Ci saranno anche due europarlamentari italiane tra i 14 vicepresidenti del Parlamento europeo. Dopo il plebiscito e la riconferma per la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, nel pomeriggio di martedì i nuovi rappresentanti all’interno della Plenaria di Strasburgo erano chiamati a nominare i suoi vice. Decisione che è stata presa in maniera definitiva al secondo turno, quando sono stati eletti gli ultimi tre candidati.
La distribuzione delle cariche è grossomodo quella che ci si attendeva alla vigilia, con poche modifiche: al Partito Popolare Europeo, che esprime la presidente, sono andati anche tre vicepresidenti, ben cinque ai Socialisti, secondo gruppo per eletti all’Eurocamera, due per Renew e per i Conservatori, mentre uno ciascuno sono toccati a Verdi e The Left. Vicepresidente vicario sarà Sabine Verheyen, tedesca, che è riuscita a ottenere addirittura più voti di Metsola, ben 604. Numero che la rende automaticamente la prima candidata a succedere alla presidente maltese tra due anni e mezzo se il socialista Antonio Costa dovesse rimanere per l’intera legislatura alla guida del Consiglio Ue. Gli altri vicepresidenti Popolari sono la polacca Ewa Kopacz e lo spagnolo Esteban González Pons.
I cinque vicepresidenti socialisti saranno invece la tedesca Katarina Barley, l’italiana Pina Picierno, il rumeno Victor Negrescu, la danese Christel Schaldemose e lo spagnolo Javi López. Per Renew sono stati eletti invece lo slovacco Martin Hojsik e la belga Sophie Wilmès. Per i nomi proposti dai Conservatori si è dovuto attendere il secondo turno, quando sono stati eletti il lettone Roberts Zile e l’altra italiana, Antonella Sberna. Sempre al secondo turno è passato il francese di The Left Younous Omarjee, mentre i Verdi hanno subito piazzato il rumeno Nicolae Stefanuta.
Come annunciato nei giorni scorsi, la maggioranza ha imposto il cordone sanitario sui candidati dei gruppi dei Patrioti e dei Sovranisti. Così, tra i candidati esclusi dalla ripartizione delle cariche ci sono la ceca Klara Dostalova e il francese Fabrice Leggeri (ex direttore di Frontex), entrambi esponenti dei Patrioti, e la polacca Ewa Zajaczkowska-Hernik di Europa delle nazioni sovrane.