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Dal vice “working class” del Midwest ai “conservatori neri”: alla Convention di Milwaukee, la strategia di Trump va oltre gli insulti

È entrato nell’arena con l’orecchio coperto da una vistosa benda bianca. Ad accompagnarlo, le note di God Bless the Usa. La folla lo ha accolto con un boato, a pugno alzato, ritmando più volte la stessa parola: Fight Fight Fight, “combattete, combattete, combattete” – proprio come aveva fatto lui in Pennsylvania, di fronte a chi […]

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È entrato nell’arena con l’orecchio coperto da una vistosa benda bianca. Ad accompagnarlo, le note di God Bless the Usa. La folla lo ha accolto con un boato, a pugno alzato, ritmando più volte la stessa parola: Fight Fight Fight, “combattete, combattete, combattete” – proprio come aveva fatto lui in Pennsylvania, di fronte a chi ha cercato di ucciderlo. Così, in modo plateale e drammatico, Donald Trump ha fatto la sua apparizione davanti al popolo repubblicano, lunedì sera, nella prima giornata della Convention di Milwaukee. È stata una giornata centrata in particolare sulla politica economica, in cui è stata annunciata la scelta del vice di Trump, J.D. Vance, e che ha mostrato la forza, la convinzione con cui i repubblicani cercano di riprendersi la Casa Bianca.

La scelta di J.D. Vance come candidato vicepresidente – Da un punto di vista politico, l’evento più significativo di ieri riguarda proprio la scelta a vice di J.D.Vance. 39 anni, ex venture capitalist, da un anno senatore dell’Ohio, Vance è diventato famoso per aver pubblicato nel 2016 Hillbilly Elegy (tradotto in italiano come Elegia americana), il mémoir in cui racconta la storia della sua famiglia e di un’America, quella degli Appalachi, in profonda crisi. In passato, Vance era stato critico nei confronti di Trump. Nel 2016 non l’aveva votato come presidente. Trump aveva reagito dandogli dell’“idiota”. Quei tempi sono passati. Con gli anni, Vance si è avvicinato a Trump, diventando amico del figlio Donald Jr. e finendo per appoggiarne, da senatore dell’Ohio, tutte le scelte politiche.

L’ex presidente lo ha scelto per ragioni diverse. Anzitutto, Vance condivide il suo populismo economico, l’espulsione degli immigrati irregolari e, in politica estera, la strategia dell’America First. In un’intervista al podcast di Steve Bannon, War Room, Vance ha detto “non mi interessa davvero che cosa possa succedere in futuro all’Ucraina”.

Ma Vance è stato scelto anche per le sue radici nella working class del Midwest, un gruppo che Trump vuole riconquistare. È stato scelto per le sue posizioni sull’aborto, che sono molto più radicali e pro-life di quelle di Trump. Vance ha dichiarato di volere un bando all’aborto dopo le 15 settimane, anche in caso di stupro e incesto. Scegliere Vance come vice, nelle intenzioni di Trump, dovrebbe quindi rassicurare quei settori repubblicani che non hanno gradito il relativismo dell’ex presidente sul tema (Trump è contrario all’imposizione di un bando federale, ma vuole piuttosto che siano i singoli Stati a regolamentare la questione aborto). Vance è stato scelto, infine, per la fedeltà dimostrata in questi ultimi mesi. È stato lui, tra i primi, a scagliarsi contro i democratici, accusati di essere i mandanti morali del tentato omicidio di sabato scorso.

Toni violenti contro la giustizia: già finita la “calma” dopo l’attentato – L’altro fatto politicamente importante della giornata di ieri è avvenuto fuori degli spazi del Fiserv Forum, l’arena dove si svolge la Convention. È avvenuto in particolare su Truth Social, la piattaforma personale su cui l’ex presidente si è scatenato in una serie di insulti e accuse nei confronti di giudici e democratici, che starebbero orchestrando una vera e propria “caccia alle streghe” contro di lui. L’attacco arriva il giorno dopo la promessa di Trump di voler attutire i toni dello scontro politico, in nome dell’unità del Paese. Proprio mentre Trump entrava alla Convention repubblicana, su Nbc veniva trasmessa un’intervista registrata a Joe Biden, che ha accusato la stampa di occuparsi solo della sua età e di non sottoporre Trump a una più serrata verifica di quanto dice in pubblico. Gli episodi mostrano che la fase di cessate il fuoco tra democratici e repubblicani, decisa in segno di rispetto dopo l’attentato di sabato, si sta probabilmente già concludendo, e che gli attacchi tra le parti riprenderanno presto.

La carta dei black conservatives per raggiungere gli elettori – Vale la pena infine di rilevare una cosa significativa, che mostra la perizia con cui il team di Trump sta preparando questa campagna elettorale. Dal podio ieri in diversi hanno parlato della situazione economica. Glenn Youngkin, governatore della Virginia, e la senatrice dell’Alabama Katie Britt hanno sottolineato come l’inflazione, i prezzi in salita, abbiano colpito la vita delle famiglie. Il liutenant governor del North Carolina, Mark Robinson, ha dipinto con una retorica incendiaria l’impoverimento cui sarebbero stati soggetti interi strati di popolazione. Sul podio è poi arrivato, per la prima volta nella storia della Convention, un presidente del potentissimo sindacato dei Teamsters, Sean O’Brien.

E ancora, in molti degli interventi, è stato evidente il ricambio generazionale che si sta svolgendo nel G.O.P. – J.D. Vance è il segnale più forte di questa tendenza. Altrettanto forte è apparsa ieri sera la presenza di afroamericani, sia sul podio – hanno parlato almeno cinque black conservatives, tra cui il senatore Tim Scott, e la modella e attrice Amber Rose – sia tra il pubblico degli ospiti e delegati. La varietà dell’offerta dimostra come il partito stia consapevolmente cercando di raggiungere settori di elettorato storicamente lontani dal voto repubblicano, o che negli ultimi anni hanno abbandonato quel voto. I democratici, a questo punto, sono avvertiti.

A poco più di 100 giorni dalle elezioni, la campagna di Donald Trump mostra un particolare slancio. Per contrastarla, c’è probabilmente bisogno di una strategia più energica di quella che Joe Biden e il suo partito hanno mostrato sinora.