Non è in realtà una novità: per decenni l’uomo si è interrogato sui rapporti con le Intelligenze artificiali e i robot e sui possibili modi per rendere questi rapporti i più “agevoli possibili”. Ma il momento che stiamo vivendo nello sviluppo di queste tecnologie è tale che la questione di come gli esseri umani percepiscano la presenza di esseri meccanici che interagiscono con loro è diventata cruciale. Ecco perché in Germania è stato avviato il progetto ZEN-MRI, che è finanziato dal Ministero federale tedesco dell’istruzione e della ricerca (BMBF) e che durerà fino alla fine di agosto 2025.

Il progetto ha proprio il compito di studiare e rendere piacevoli le relazioni uomo/robot e uomo/IA favorendo una introduzione quanto più “dolce” possibile delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale. Il lavoro verrà portato avanti da studiosi ed esperti dell’Università di Magonza e Ulm, e dell’Istituto per l’etica digitale dell’Università dei media di Stoccarda, in collaborazione con la città di Ulm, Adlatus Robotics GmbH, che produce i robot in esame, e il Fraunhofer Institute for Industrial Engineering IAO di Stoccarda. L’obiettivo è determinare come si possa ottenere una congeniale coesistenza tra esseri umani e robot nelle aree pubbliche.

Verranno studiate questioni come l’aspetto e il comportamento dei robot. Verranno inoltre prese in considerazione le informazioni che devono essere fornite ai cittadini per garantire che abbiano una chiara comprensione di quello che ci si può aspettare quando si incontrano gli specifici robot. I vari aspetti saranno inoltre valutati nel contesto di situazioni estreme per garantire che i robot possano svolgere le loro attività con interferenze minime e, se tutto va bene, siano persino accettati come simpatiche presenze nella vita degli esseri umani. Un altro obiettivo importante del progetto è determinare come i robot possano essere utilizzati per migliorare a loro volta l’accessibilità e la progettazione inclusiva delle interazioni uomo-robot.

In quest’ottica, è attualmente in corso uno studio che coinvolge soggetti ipovedenti per esaminare le loro esigenze specifiche in relazione ai robot negli spazi pubblici. “Stiamo creando un laboratorio in cui possiamo studiare le reazioni degli individui a vari robot in diverse situazioni in ambienti virtuali. Esamineremo, ad esempio, quanto rapidamente e quanto vicino i robot possono avvicinarsi agli umani senza che questi ultimi si sentano a disagio e che tipo di suoni i robot devono produrre per garantire che siano percepiti non solo come non minacciosi ma persino simpatici” hanno spiegato i ricercatori.

Foto di archivio

Gianmarco Pondrano Altavilla

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