di Sonia Surico
Il 2 maggio 2024 segna la fine di un’era per la tutela dei più giovani nel selvaggio mondo dei media italiani. Dopo 22 anni di servizio, il Comitato Media e Minori è stato cancellato, sostituito con un misterioso “comitato consultivo interistituzionale” il cui ruolo e composizione restano nel limbo delle dichiarazioni vaghe e delle promesse incerte.
Il colpo di grazia al Comitato è arrivato con il decreto legislativo n. 50 del 25 marzo 2024, che ha liquidato il corpo specializzato incaricato di monitorare e sanzionare le trasgressioni alle regole di autoregolamentazione nel contenuto mediatico indirizzato ai minori.
L’eliminazione è stata presentata come un’evoluzione verso un approccio più moderno, focalizzato sull’alfabetizzazione mediatica e digitale, sulla consultazione per l’adozione dei codici di autoregolamentazione e co-regolamentazione. Tutto bello sulla carta, ma dietro le frasi pompose si nasconde una realtà meno rassicurante.
“Questo Comitato dava un po’ fastidio alle emittenti”, afferma amaramente Remigio Del Grosso, membro storico del Comitato. “La sua esistenza era un monito costante per coloro che trascuravano il dovere di proteggere i giovani spettatori da contenuti dannosi o inappropriati.” E infatti, la sanzione più potente che il Comitato riusciva a infliggere era far menzione di una violazione al Codice di autoregolamentazione durante un notiziario, un atto simbolico ma significativo nell’avvertire il pubblico delle trasgressioni dei media. Ma ora, con l’avvento del nuovo comitato, la trasparenza e la vigilanza rischiano di essere sacrificate sull’altare dell’ambiguità burocratica. Non è chiaro quali saranno i compiti precisi o chi saranno i membri di questo organismo consultivo, lasciando un vuoto che preoccupa chi ha a cuore la sicurezza e l’educazione dei giovani nel panorama mediatico moderno.
Nonostante le sue limitazioni, il Comitato Media e Minori aveva almeno il merito di esistere, di rappresentare un faro di responsabilità in un mare di contenuti incontrollati. “Le segnalazioni al Comitato non erano molte”, continua Del Grosso, “perché le emittenti preferivano tenere basso profilo sulle sue attività. Ora, nessuno ha avvisato il pubblico della sua scomparsa imminente, privando le famiglie italiane di un punto di riferimento essenziale.”
In un’epoca in cui la disinformazione e i contenuti dannosi viaggiano alla velocità della luce attraverso ogni schermo e dispositivo, la protezione dei minori non può essere lasciata al caso o ai compromessi politici. La fascia protetta, una volta considerata sacra, sembra ora una mera illusione, mentre le famiglie cercano disperatamente un ancoraggio che possa garantire un ambiente mediatico sicuro per i loro figli.
Il Comitato Media e Minori può essere stato imperfetto, ma rappresentava almeno un tentativo di porre un freno alle derive più pericolose degli incessanti flussi mediatici. La sua sparizione lascia un vuoto che nessuno ha ancora dimostrato di voler colmare seriamente. In un momento in cui l’informazione è potere e il potere si esercita attraverso l’informazione, il silenzio su questi temi è più pericoloso che mai.