“Allora, ti ho vista all’Ikea stamattina. Tu bruttina, ma già lo sai. Tuo marito accento imbarazzante e in palestra si dimentica di fare le gambe. Il bimbo diretta conseguenza del tutto. Male, male un po’ tutto. Addio”. Così un ignobile commentatore o meglio, odiatore, ad Aurora Ramazzotti, ovviamente sui social. La conduttrice ha le spalle larghe e ha risposto a tono: “A me capita spesso di immaginare le persone cattive che popolano i social come delle creature mitologiche tipo dei fauni, dei goblin, tutte ricurve, rannicchiate dietro il loro schermo al buio a vomitare frustrazione. Invece vanno all’Ikea. Sono tra noi amici“. Peccato che Fabrizio Corona abbia trovato il tempo per intervenire a sproposito sulla faccenda sul suo Dillinger.it: “Ma come si fa a non dare ragione a chi ha mandato quel messaggio alla Ramazzotti? Non per il contenuto in sé, ma perché, nel momento in cui si decide di mettere in mostra ogni istante della propria vita e intimità, ogni frame, è inevitabile essere attaccati ed è altrettanto giusto che il popolo, lo stesso che dà loro gloria e fama, possa dire quello che pensa. Le stesse persone che gridano alla libertà di espressione, sono le prime a chiedere censura e a offrire alla macchina del fango chi non la pensa come loro. A tutto questo hanno dato un nome, solo per colpevolizzare il commento non allineato: bodyshaming”. Allora, posto che il concetto di bodyshaming è altro (ma non vale mica la pena mettersi a spiegarlo a chi così l’ha definito), se Corona ha ragione bene ha fatto Ramazzotti a rispondere a lui così: “Sono d’accordo! Per questo insegnerò a mio figlio che usare i social per spargere odio non solo è concesso ma è GIUSTO. Toglieteci tutto ma non il diritto di insultare un’intera famiglia compreso un bambino di un anno. Viva la libertà di espressione ma dietro uno schermo e con un profilo falso”. Brava.
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