Il primo caso in Europa di febbre Oropouche è stato diagnosticato nelle scorse settimane proprio in Italia dal Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Si chiama infezione da Oropouche. E provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e a volte da rash cutaneo, ossia piccole macchie arrossate della pelle. Si trasmette all’uomo attraverso le punture di zanzare o moscerini.
L’Italia per prima
Il primo caso in Europa di febbre Oropouche è stato diagnosticato nelle scorse settimane proprio in Italia dal Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Si è trattato di una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. Infatti, il principale vettore che trasmette il virus, la zanzara Culicoides paraensis, è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe ma non in Europa. Finora non esistono prove di trasmissione tra le persone umane del virus Oropouche.
Nuovo test per la diagnosi
La novità di questi giorni è che l’équipe dell’Unità di Bioemergenze dell’ASST Fatebenfratelli Sacco, diretta da Maria Rita Gismondo, ha messo a punto un test innovativo capace di diagnosticare l’infezione da Oropouche virus. Il test ha permesso di individuare i primi due casi in Lombardia, che si aggiungono ad altri due casi a livello nazionale. Sono sempre persone rientrate dall’estero, in particolare dal Brasile e da Cuba. “L’importanza di queste diagnosi effettuate in Italia”, ha dichiarato Gismondo, “è essenziale per monitorare la diffusione del virus. Attualmente la diagnosi è appannaggio dei centri di riferimento per le arbovirosi, come il nostro, e si basano principalmente su tecniche molecolari home-made. Di fronte alla diffusione di virus, anche se non ci sono rischi nel nostro Paese”, conclude Gismondo, è sempre importante non sottovalutare i sintomi e i dati epidemiologici, e rivolgersi ai laboratori di riferimento”.
Il parere dell’esperto
“La febbre di Oropouche è tra le malattie più diffuse nel Sud America. Si tratta di una malattia virale causata da una arbovirus che si trasmette con la puntura di zanzara e moscerino”, spiega al FattoQuotidiano.it il professor Roberto Cauda, Professore di Malattie infettive dell’Università Cattolica e dell’università Campus bio-medico. “L’infezione è particolarmente diffusa nel periodo delle piogge”, prosegue l’esperto. E come si manifesta la malattia? “Dopo un breve periodo di incubazione di alcuni giorni compare febbre, mal di testa, brividi, dolori articolari e muscolari diffusi, nausea e vomito, dolore dietro agli occhi e fotofobia. Talora possono esserci anche disturbi gastrointestinali ed esantema”.
Professor Cauda, si possono presentare anche manifestazioni più gravi?
“Sì e coinvolgono il sistema nervoso centrale con presenza di meningoencefalite. La malattia si protrae mediamente per una settimana. Si può però ripresentare in forma molto molto meno grave. È importante quindi effettuare una corretta diagnosi di laboratorio che come annunciato in queste ultime ore si fa attraverso una diagnostica innovativa di tipo bio molecolare avanzato”.
Esiste una terapia specifica?
“Attualmente no. Si somministrano farmaci sintomatici per contrastare, come detto, cefalea, febbre e dolori muscolari. Una cosa importante è bere molto per evitare la disidratazione. Mentre la prevenzione, che interessa i Paesi dove la malattia è presente in maniera endemica, si attua con il controllo dei vettori, cioè delle zanzare e dei moscerini. Mentre chi viaggia verso quelle aree è bene che si protegga con indumenti adeguati e repellenti per le zanzare”.