Salute

Infezioni sessualmente trasmissibili in aumento tra i giovani: i sintomi comuni e le possibili cause

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) come infezioni che si diffondono principalmente attraverso il contatto sessuale da persona a persona; possono anche essere trasmesse dalla madre al bambino durante la gravidanza ed il parto, nonché attraverso sangue o prodotti sanguigni infetti. Esistono oltre 30 diversi batteri, virus e parassiti che causano le IST, determinando un impatto significativo sulla salute, con possibili conseguenze gravi a lungo termine come infertilità, malattie croniche o tumori. I sintomi comuni, quando presenti, includono perdite vaginali o uretrali, prurito intimo, ulcere genitali e dolore addominale inferiore.

Tali condizioni patologiche sono sempre più diffuse tra i giovani, rappresentando una significativa sfida globale per la salute. Secondo l’OMS, l’85% dei giovani nel mondo tra i 10 e i 24 anni vive in paesi poveri, dove il rischio di contrarre IST è particolarmente elevato. Altamente allarmante è il fatto che dei 340 milioni di nuovi casi di infezioni sessuali segnalati annualmente, almeno 111 milioni riguardano individui sotto i 25 anni.

Tra le principali patologie le più diffuse sono HIV, HPV, epatiti virali ed infezioni batteriche causate da clamidia, sifilide e gonorrea. È proprio in merito a queste ultime che si è registrato un maggiore incremento dei contagi tra i giovani, come emerso in occasione della 16esima edizione di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research). Nello specifico, in Italia i casi di gonorrea segnalati al sistema di sorveglianza sono aumentati del 50%, quelli di sifilide del 20% e quelli di clamidia del 25%.

L’aumento dei casi tra soggetti giovani può essere attribuito a diversi fattori interrelati, come ad esempio l’attività sessuale precoce, comune specialmente tra gli adolescenti coinvolti nel lavoro minorile. Molti, infatti, assumendo velocemente “atteggiamenti adulti”, iniziano le relazioni sessuali in giovane età, aumentando così l’esposizione alle possibili infezioni.

Inoltre, c’è una significativa mancanza di educazione completa alla salute sessuale: molti giovani si affidano ai coetanei o ai media per ottenere informazioni sul sesso, una tendenza che favorisce la disinformazione, determinando una comprensione inadeguata della prevenzione e del trattamento delle IST. Infatti, nella maggior parte dei contenuti pornografici online, che rappresentano ormai una delle principali fonti di informazioni sulla sessualità per i giovani, il mancato utilizzo di contraccettivi è presentato come una prassi comune più che come un fattore di rischio per la salute.

Ad aggravare ulteriormente il quadro si aggiungono complicazioni di natura socio-culturali, come vincoli economici, stigmi sociali e sfide logistiche che spesso impediscono ai giovani di cercare le cure mediche necessarie, per vergogna o paura delle ripercussioni sociali. Questo è particolarmente preoccupante dato che molte IST possono essere asintomatiche, portando a infezioni non trattate ed a gravi complicazioni sanitarie a lungo termine come l’infertilità.

Per far fronte al problema un’educazione completa alla salute sessuale nelle scuole sembra essere cruciale per dotare i giovani di informazioni accurate sulla prevenzione delle IST e sull’importanza di cercare aiuto medico. I servizi sanitari devono essere resi più accessibili ed orientati ai giovani, garantendo riservatezza e sensibilità alle esigenze degli adolescenti. Anche il coinvolgimento della comunità è vitale per aumentare la consapevolezza e ridurre lo stigma legato alle IST, creando un ambiente di sostegno per i giovani.

Ringrazio il dr. Mattia Di Scola per la collaborazione