A differenza dello scorso anno, il Re non ha parlato “a denti stretti”, ma ha rivolto sguardi diretti a chi ora dovrà trasformare quelle parole ed intenzioni in fatti
La tradizione britannica rimette ufficialmente il Re in sella. Chiamato ad aprire i lavori del nuovo parlamento, eletto lo scorso 4 Luglio, Carlo III ha presenziato con fermezza e senza sorprese una cerimonia pomposa, antica ed evidentemente irrinunciabile. Il sovrano ha preso la parola davanti ad un parlamento che forse mai come prima condivide alcuni dei valori e delle battaglie che lui non ha mai nascosto di avere a cuore, dall’ambiente, alla lotta al cambiamento climatico a politiche diverse in tema di immigrazione (a Carlo fu attribuito il commento “terribile” a proposito del piano di deportazione dei migrati in Ruanda dei conservatori); ma per assurdo, ha letto il suo discorso davanti ad un numero di deputati che mai come prima sono “meno affezionati” alla monarchia e che qualcuno ha definito “senza Dio”, per l’alto numero di atei presenti, tanto che molti, quando hanno giurato, non hanno voluto farlo sulla Bibbia. Un bello smacco per un Re che è anche il capo della Chiesa Anglicana. Ma poco conta; Carlo III, fedele alla tradizione, oggi si è messo in sella al suo ruolo di capo dello Stato e ha letto il suo discorso con in testa la corona imperiale fatta di 2868 diamanti, 273 perle, 17 zaffiri, 11 smeraldi e 5 rubini originariamente creata per l’incoronazione della regina Vittoria nel 1838 (come confermato da Royal Collection Trust). E’ la seconda volta per il sovrano che, da principe del Galles, il 7 novembre 2023 andò a sostituire in parlamento la regina Elisabetta II troppo malata per adempiere a questo incarico. Ma questa è anche la prima volta dopo 14 anni che il contenuto del testo è scritto da un primo ministro laburista. Forse per questo motivo, a differenza dello scorso anno, il Re non ha parlato “a denti stretti”, ma ha rivolto sguardi diretti a chi ora dovrà trasformare quelle parole ed intenzioni in fatti.
Nessuna tensione nella sua lettura, ma il corpo che si sporgeva in avanti e la voce ferma quando leggeva i passaggi dedicati all’ambiente, alla sostenibilità, all’acqua, al clima e alle politiche per risolvere i due grandi conflitti in Ucraina e Palestina. Il sovrano e Camilla sono arrivati a Westminster con la carrozza di Stato di 5 metri e mezzo del Giubileo di Diamante usata da Elisabetta per lo State Opening del parlamento nel 2014. Lui con indosso cappa e spada, lei con il diadema di diamanti di Giorgio IV ed un abito bianco di Bruce Oldfield.
Si sono tenuti per mano anche questa volta Carlo e Camilla, che oggi compie 77 anni e che condivide con il suo Re il periodo più difficile della sua vita. In gennaio il sovrano ha comunicato la sua malattia, parlando apertamente di cancro, ma questo non gli ha mai impedito di svolgere tutti i suoi doveri in qualità di Capo dello Stato, dagli incontri settimanali con il primo ministro alla apertura e lettura dei contenuti della famosa “Red Box” che contiene tutta la corrispondenza ufficiale.
Addirittura i tabloid hanno spesso raccontato di come la moglie Camilla si sia spesso lamentata dell’ossessione di Carlo III per il lavoro che non lo ha mai fatto rallentare. Il Re si sarebbe limitato ad ascoltare le raccomandazioni dei medici solo evitando per un po’gli incontri pubblici con troppe persone. Ma anche questa accortezza voluta per proteggerlo in una fase di cure che gli potrebbero aver abbassato le difese immunitarie è finita l’8 maggio scorso quando si è offerto per l’afternoon tea al Garden Party di Buckingham Palace sorridente e resiliente sotto il sole, per più di un’ora. Carlo III non ha mostrato debolezza neanche questa volta, di più, ha anche assicurato che in ottobre lui e Camilla andranno a Samoa ed in Australia per un viaggio ufficiale che non vuole più essere rimandato, confermando che la corona non si arrende.