Chi rappresenta l’elettorato cosiddetto “moderato” in Italia? C’è chi potrebbe rispondere Forza Italia e, anzi, di sicuro Forza Italia ne fa la sua ragione sociale. Non è così però per Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset e soprattutto figlio del fondatore e leader massimo del partito azzurro. “Al prossimo giro – dice riferendosi alle prossime elezioni politiche – io penso che ci potrebbe essere una opportunità pazzesca di marketing parlando di politica. I moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente”. Per Berlusconi, che ha parlato dalla presentazione dei palinsesti, la controprova di questo “vuoto” è che “la stessa Meloni, che io considero bravissima al di là di come la si pensi, sta prendendo voti anche dei moderati. Forza Italia è perfetta e sta lì, ma un conto è una Forza Italia di resistenza, un conto è una Forza Italia di sfida“. Non proprio un certificato di qualità per l’andamento del soggetto politico che il padre portò a essere a lungo il primo partito. Peraltro va detto che Forza Italia pativa emorragia di voti già quando Berlusconi senior era ancora saldo in sella (nel 2019 gli azzurri non andarono oltre l’8,8 per cento). “Io non prevedo nulla ma dico solo che ci può essere una opportunità per qualunque nuova forza/candidato di centro moderata, abbastanza unica – conclude -. Il brand è già lì scritto”. Insomma sembra quasi il vaticinio di un nuovo partito, l’attesa come fu quella per Forza Italia nel 1994.

Antonio Tajani abbozza, come fa ormai da giorni anche rispetto ai retroscena che lo vedono in contrapposizione con i figli di Berlusconi. “Le parole di Pier Silvio Berlusconi – dice il vicepremier – le leggo come una conferma di quello che abbiamo sempre detto, che dobbiamo coprire lo spazio politico tra Schlein e Meloni. Abbiamo raggiunto il 10 per cento alle Europee e puntiamo al 20% alle Politiche. Pier Silvio è in perfetta sintonia con noi di Forza Italia, sono solo speculazioni non vere“. Fonti accreditate raccontano che Tajani – per certi versi comprensibilmente – sarebbe “furente“. E lo stesso effetto avrebbero fatto le analisi di Berlusconi sui flussi di voto sulla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, appunto, gode del suo 30 per cento scarso di consenso, al momento apparentemente immutabile, anche e soprattutto sottraendolo agli altri partiti del centrodestra, Forza Italia compresa. Potrebbe non bastare, insomma, la frase con cui Berlusconi si è felicitato del fatto che “in Italia c’è un governo e c’è un governo stabile” a differenza della Francia. “La stabilità fa bene a tutti, ai cittadini perché dà certezze e sicuro fa bene ad aziende e imprenditori. E in Italia c’è un governo stabile”, ha ribadito.

Non è, però, che Berlusconi – con le sue punturine sui “moderati” – vuole annunciare l’indicibile (finora), cioè nuove discese in campo del Duemila inoltrato? Lui nega e nega due volte. Come i “mai” usati per smentire che lui o Mediaset abbiano commissionato un sondaggio che riguardi lui e la politica: “È una balla assoluta e totale”. Però si lascia andare a delle ammissioni. Per esempio: “Il fascino della politica, in termini di adrenalina, avventura, spinta, rapporto con la gente io lo sento, fa parte del dna di mio padre. Di un qualcosa che io sento di avere”. D’altra parte “parlare con le persone è stato il mio mestiere per più di 30 anni perché la tv questo fa”. Ma le questioni sul tavolo sono troppe, aggiunge Berlusconi jr: “Un conto è fare le elezioni, con la grande avventura elettorale, un conto il sacrificio della vita politica di tutti i giorni. Chi te lo fa fare? Questo abbastanza ovunque ma in Italia; e poi cosa fai con il conflitto di interessi, come lo metti? Vendi tutto? Molli tutto in mano a qualcuno? Non è un tema leggero”.

Resta però la visione del mondo, sua come quella della sorella Marina, che in un’intervista di una ventina di giorni fa ha detto di sentirsi più vicina alla sinistra “di buon senso” sui diritti civili. “La difesa dei diritti civili è nel dna di ciò che ci ha tramandato mio padre, una cosa in cui io credo e credo che debba essere una battaglia di modernità e civiltà che non smette mai”. Berlusconi rimuove la parola “sinistra” in questo ragionamento: “Non mi piace dire che i diritti sono di destra o sinistra, i diritti civili sono diritti civili e ci sono battaglie importantissime che ancora oggi devono essere fatte e portate avanti”. Quanto a Marina, lei “ha espresso la sua opinione personale, oltre che personale anche da editore, non da personaggio attivo in politica, ed è libera di farlo, ed è giusto che lo faccia”. Il paradosso di due figli “comunisti” in casa Berlusconi? “La parola comunista mi si addice tanto quanto dire che sono interista” risponde Piersilvio.

Il quale nel frattempo alza polemiche politiche sia verso sinistra che verso destra. Nel primo caso contro il sindaco di Milano Beppe Sala critico sulle modalità dell’intitolazione annunciata da Matteo Salvini dopo il via libera di Enac, che pochi giorni fa si è rivolto direttamente a Marina Berlusconi, invitandola a prendere posizione. “Mi fa abbastanza ridere – commenta Pier Silvio -. Sala scrive a mia sorella sui social, a lui dico ‘dì se sei favorevole o no’. Non rompere”. E lo invita ad occuparsi di Milano che “è un disastro“. Nel secondo caso ce n’è per la Lega e per la sua proposta di aumentare i limiti di affollamento del tetto pubblicitario Rai, così da abbassare il canone. “E’ un pasticcio assoluto. La morte dell’editoria italiana. Distruggerebbe il mercato”. Destra, sinistra o “moderati”: il vento di Cologno Monzese sulla politica soffia ancora forte.

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