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Sei turisti trovati morti in un hotel di lusso: “Avvelenati con il cianuro nel tè”

Sul caso indaga la polizia locale e l’FBI. I viaggiatori erano tutti vietnamiti, tra cui due con cittadinanza americana

Giallo in un hotel di lusso a Bangkok. Sei persone sono state trovate morte in una stanza dell’hotel Hyatt nella capitale thailandese. La polizia locale sospetta sia stato un membro del gruppo ad avvelenare gli altri, finendo però per uccidere anche se stesso. I test hanno rilevato la presenza di cianuro, sostanza chimica che interferisce con la capacità di usare l’ossigeno, sulle sei tazze di tè, nella teiera e nel sangue di uno dei deceduti.

Lo scorso lunedì, giorno in cui la polizia thailandese ritiene siano avvenuti gli avvelenamenti, il gruppo aveva ordinato cibo e tè nella loro stanza al quinto piano. Quando il servizio è arrivato alla camera dei sei turisti, il personale ha visto solo una donna di 56 anni, che non riteneva necessario servire il tè. Lo ha detto il vice comandante del Metropolitan Police Bureau, Noppasin Poonsawat. “Tutto è iniziato dopo le 13:57 [di lunedì], dopo che il personale dell’hotel ha portato sei tazze di tè, una brocca di latte e due borracce nella stanza. Abbiamo trovato cianuro sulle sei tazze. Secondo la CCTV, non c’era nessun altro – a parte i sei membri del gruppo – che entrava nella stanza, e nessuno di loro è stato visto uscire dopo le 14:17”, ha detto Noppasin. Poco dopo, le telecamere di videosorveglianza hanno mostrato i membri del gruppo riunirsi fuori dalla stanza e poi entrare. È stata l’ultima volta che sono stati visti in vita.

Le tre donne e i tre uomini sono stati trovati morti il giorno successivo, martedì, da un membro del personale di pulizia, dato l’inusuale ritardo per il check-out. Il gruppo è stato identificato dai media come cittadini vietnamiti: Thi Nguyen Phuong, 46 anni, suo marito Hong Pham Thanh, 49 anni, Thi Nguyen Phuong Lan, 47 anni, e Dinh Tran Phu, 37 anni, e i cittadini statunitensi Sherine Chong, 56 anni, e Dang Hung Van. Anche l’FBI sta supportando le operazioni poiché due individui avevano la cittadinanza americana. Lo ha rivelato il primo ministro thailandese, Srettha Thavisin. “L’incidente non è legato al terrorismo o alla mancanza di misure di sicurezza, quindi penso che tutto procederà come previsto”, ha detto Srettha.

La polizia locale ha cercato una settima persona che era inclusa nella prenotazione, ma non risulta aver effettuato il check-in: dalle indagini è emerso che si trattava della sorella minore di una delle vittime, rientrata in Vietnam prima dell’incidente. Il movente sarebbe legato a una disputa d’affari. La polizia ha detto che una coppia sposata aveva prestato 10 milioni di baht (circa 280 mila dollari) a un altro membro del gruppo per investire in un progetto commerciale per costruire un ospedale in Giappone. Tra la coppia e l’uomo, per questo motivo, ci sarebbe stata una disputa. Le indagini sono ancora in corso.