Mafie

Strage di via D’Amelio, mi rivolgo a Maria Falcone e Salvatore Borsellino: unitevi per la verità

Sabato 19 ricorderemo la strage di via D’Amelio, dove persero la vita Paolo Borsellino e i miei colleghi della polizia di Stato Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina e Agostino Catalano: si salvò miracolosamente Antonino Vullo.

La strage di via D’Amelio viene anche ricordata come il più grande depistaggio della storia della Repubblica. Ma durante questo mese, il 28 e il 29, ricorderemo anche la morte del commissario della Mobile palermitana Beppe Montana e la strage del magistrato Rocco Chinnici. Tre funesti episodi che hanno segnato dolorosamente la mia vita a cui poi se ne sono aggiunti altri: l’agguato a Ninni Cassarà e Roberto Antiochia – 6 agosto ’85 – e nel 1988 Natale Mondo.

Sto scrivendo pensando alle divisioni passate e quelle in atto, che riguardano le cerimonie in memoria delle stragi. Penso anche ai tanti politici, che con facce triste posano le corone d’alloro per pura pupiata, e poi girato l’angolo editano leggi in contrasto col pensiero di Falcone e Borsellino. Oppure si pavoneggiano dicendo di far politica essendo stati ispirati da Borsellino. Costoro non abrogano il 41bis per la vergogna, altrimenti lo toglierebbero anche domattina, ma insistono nel modificare le intercettazioni. Con tutta onestà, dico che mi sembra di ritornare all’inizio degli anni 80, quando noi poliziotti palermitani, nell’indicare alcuni politici e imprenditori collusi con Cosa nostra e per giunta alcuni “punciuti”, eravamo considerati matti. Salvo poi acclarare che la loro morte violenta confermava le nostre affermazioni.

Detto questo, mi rivolgo a Maria Falcone e Salvatore Borsellino, dicendo basta, basta e basta divisioni tra voi due. E’ pur vero che nessuno di noi può immaginare le vostre ferite, ma occorre tener conto che anche il popolo italiano è rimasto gravemente ferito dalle stragi. E quindi basta divisioni. I martiri della violenza mafiosa appartengono a tutti noi. Il mio appello nasce dopo aver visto il 23 maggio il ministro Nordio partecipare alla commemorazione della strage di Capaci, e dopo aver letto la dichiarazione di pochi giorni fa di Salvatore Borsellino, che ha dichiarato “no a passarelle” in riferimento ad una manifestazione in programma il 19 a Palermo. I partecipanti sono dell’Agenzia italiana per la gioventù, ente governativo che fa parte del dipartimento Politiche giovanili – che vede tra i partecipanti la Fondazione Falcone, ma anche il Centro studi Paolo e Rita Borsellino.

No, Salvatore, semmai “le passarelle” sono quelle del ministro Nordio e di altrettanti politici, che vanno a Palermo a “spararsi la posa”. Conosco da anni sia Maria Falcone che Salvatore Borsellino; con loro due ho incontrato tanti studenti (con la prof Falcone solo online) e conosco il loro amore verso i giovani. Entrambi hanno ben donde di urlare giustizia, quella giustizia che ancora oggi non ci consegna la verità. E quindi, unitevi nel reclamare con forza quella verità sinora “ammucciata”, nascosta. Mi piacerebbe vedervi insieme in via D’Amelio, per gridare all’unisono giustizia per Giovanni e Paolo e per gli angeli della scorta.

Per favore, guardate bene questa foto dei vostri fratelli, com’erano sorridenti e felici insieme: mandate un messaggio chiaro e netto ai politici, che le “pupiate a mò di passarelle” devono cessare. Occorre solo verità per i nostri martiri. Ho avuto il privilegio e l’onore di lavorare insieme ai vostri fratelli, che ripeto sino alla noia, erano galantuomini, che incarnavano la vera essenza del siciliani onesti. Entrambi furono uccisi nell’anima ancor prima delle stragi: quante offese, quanti risatine sarcastiche e tradimenti dai cosiddetti “amici”. Io nu mi scurdu nenti!.

Salvatore Borsellino, Maria Falcone e giovani dell’Agenzia italiana per la gioventù, Fondazione Falcone e Centro studi Paolo e Rita Borsellino, unitevi in via D’Amelio per ricordare i martiri delle stragi. Unendo le vostre forze darete la stura ad una nuova stagione di lotta per ottenere verità. Voglio ricordare con affetto Rita Borsellino per la sua passione, il suo modo pacato nel lumeggiare suo fratello Paolo, allorquando incontrammo gli studenti di Cerignola. Il mio sogno? Vedere Maria Falcone, Salvatore Borsellino, tutti i familiari vittime di mafia, gli appartenenti ad associazioni e movimenti antimafia insieme il 19 luglio e il 23 maggio. Sto chiedendo troppo?

Scusatemi ma sono un patriota siciliano, che ha imparato tanto dai vostri cari. E a me interessa poco che un aeroporto venga intitolato al datore di lavoro dello stalliere eroe Mangano, a me preme soltanto che la politica la smetta di usare impropriamente i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e che Maria Falcone e Salvatore si uniscano nel chiedere giustizia.