Berlusconi da morto ottiene per certi versi più risultati che da vivo. Strade e piazze a lui intitolate, francobolli di Stato, addirittura l’aeroporto di Milano. In volo Palermo-Milano dall’aeroporto Falcone-Borsellino all’aeroporto Berlusconi. Riesce ad ottenere con un consenso più vasto di quello che si può immaginare, così come il berlusconismo va ben oltre i berlusconiani, una rapida accelerazione sulla riforma della giustizia, non per tutelare gli onesti ma per garantire impunità ai disonesti. Obiettivo tanto caro non solo al centro-destra ma alla maggioranza dei politici e di tutti coloro che mal sopportano il controllo di legalità e considerano l’onestà un problema invece che un valore enorme.
Come richiesto a gran voce dal presidente dell’Assemblea nazionale dei Comuni italiani, il caro Antonio Decaro esponente di punta del Pd, governo Meloni e maggioranza di destra, più Renzi e Calenda, eliminano il reato di abuso d’ufficio. Un colpo micidiale agli onesti e alle vittime di ingiustizie. Migliaia di sentenze per fatti molto gravi cancellate. Da oggi se un sindaco concede un finanziamento ad un suo parente non è reato; se un magistrato archivia un procedimento nei confronti del padre o della madre non è reato; se un assessore regionale assegna contributi ai suoi sostenitori politici non è reato; se un ministro fa avere concessioni a suoi amici e parenti non è reato. E potrei continuare senza fine. E le vittime? Che devono fare? Come si difendono? Ed inoltre quasi tutte le indagini per corruzione, concussione, grandi truffe, associazioni per delinquere, nascono da indagini per abuso d’ufficio. Un messaggio devastante che legittima gli abusi del potere.
Nulla poteva e doveva giustificare questa abolitio criminis, nemmeno gli abusi della contestazione del reato di abuso d’ufficio da parte di alcuni magistrati.
Anche io sono stato vittima di alcuni magistrati che mi hanno accusato e poi condannato in primo grado per una vicenda assurda di abuso d’ufficio inesistente, solo per aver osato da pubblico ministero acquisire tabulati telefonici di alcuni politici, e sono stato addirittura sospeso da sindaco per la legge Severino. Mi sono però difeso nel processo da questo abuso del reato di abuso d’ufficio, assolto in Appello e in via definitiva in Cassazione e reintegrato dal Tar dopo appena un mese dalla sospensione. Non mi sono mai sognato per essere stato vittima di ingiustizie gravi per colpa di taluni magistrati di chiedere l’eliminazione del reato di abuso d’ufficio oppure peggio ancora di operare per ridurre autonomia ed indipendenza della magistratura.
La stessa politica speditamente lavora per limitare, poi, sino a ridurle fortemente, le intercettazioni telefoniche ed ambientali in maniera tale che non si potranno più individuare autori di delitti gravissimi come assassini, trafficanti di droga, stupratori, predatori di risorse pubbliche, associati a delinquere, terroristi. E Nordio, l’attuale ministro dell’ingiustizia, che bisogna dire da pm era noto non tanto per la sua capacità di investigare i crimini socialmente più pericolosi, soprattutto quelli del potere, ma per essere vicino al potere politico, sostiene che i mafiosi non parlano e quindi non si intercettano. Falso. Parlano eccome e anche per questo vengono individuati e processati.
Poi abbiamo la chicca dell’interrogatorio preventivo della persona che deve essere attinta da ordinanza di custodia cautelare. Cinque giorni prima di essere arrestato l’indagato viene sentito dal giudice, quindi il pusher o il corruttore prima di essere preso viene avvisato che verrà arrestato, per buona pace delle esigenze cautelari da tutelare, soprattutto l’inquinamento delle prove. Scivoliamo sempre di più verso una giustizia di classe: con la spada di latta nei confronti dei potenti e con la spada di ferro nei confronti dei più deboli. Si prevedono nuovi reati e pene altissime per chi protesta nelle strade e nelle piazze contro gli abusi del potere; per chi denuncia il genocidio da parte d’Israele in Palestina; per chi si oppone alle grandi opere pubbliche inutili e dannose come il Tav e il ponte sullo stretto; per chi si ribella alle politiche che causano devastanti cambiamenti climatici; per chi si associa per esercitare diritti costituzionali. Siamo all’uso illegittimo del diritto, all’abuso del potere, alla legalità formale in contrasto con la giustizia costituzionale.
La magistratura e le forze democratiche battano un colpo prima che il Paese si trasformi sempre più da uno stato di diritto in uno stato di polizia.