Sport

“Era l’unico modo”, si fa amputare il dito rotto pur di partecipare alle Olimpiadi: la storia dell’hockeista Matthew Dawson

La scelta dell'australiano per essere presente a Parigi 2024

“Ci sono molti altri problemi nella vita che sono ben più gravi della perdita di un dito. Ecco perché mi ritengo molto fortunato che si tratti solo di un pezzettino”. Ancora prima di cominciare, Matthew Dawson può già raccontare una delle curiosità più incredibili di queste Olimpiadi di Parigi 2024. L’hockeista su prato australiano parteciperà alla sua terza edizione consecutiva, dopo Rio (2016) e Tokyo (2021). E fin qui, nulla di strano. Il 30enne ci sarà anche a Parigi, ma con un dito in meno, o meglio, con uno amputato. Una scelta coraggiosa, l’unica per poter esser presente tra 8 giorni in Francia: l’infortunio, infatti, avrebbe sicuramente precluso la sua partecipazione. Ma Dawson ha agito con una decisione inusuale che, seppur efficace, lo condizionerà per il resto della vita. “Ho preso una decisione consapevole dopo aver parlato con un chirurgo plastico. E se l’ho fatto non è stato solo per avere ancora l’opportunità di essere presente a Parigi. Ho tenuto conto anche di come sarebbe stata la mia vita dopo. La scelta migliore per me era quella di privarmi di una parte del dito. È stato un cambiamento coraggioso ed emozionante“.

L’incidente
Il 30enne, giocatore di hockey su prato, poche settimane fa si è fratturato l’anulare della mano destra: con l’utilizzo delle cure tradizionali, Dawson avrebbe dovuto immobilizzare l’arto e tenerlo a riposo. Dawson ha dovuto decidere in pochissimo tempo, così da non perdere l’opportunità di volare a Parigi. Infortuni che appartengono alla carriera dell’australiano: nel 2o18, infatti, l’hockeista aveva rischiato di perdere un occhio dopo essere stato colpito con un bastone. Sei anni dopo, il dito amputato. Dawson, dunque, ci sarà anche grazie al sostegno della nazionale e del tecnico Colin Batch: “Matthew si è rivolto a uno specialista e gli hanno detto che avrebbero dovuto ingessarlo. Il modo migliore per guarire, invece, era tagliargli la punta del dito. E lui lo ha fatto”.