Nel primo semestre del 2024 l’Italia ha registrato un aumento del 20,6% delle minacce e intimidazioni rivolte agli amministratori locali e in generale al personale della Pubblica Amministrazione. Il dato emerge dal monitoraggio annuale condotto da ‘Avviso Pubblico, enti locali e regioni contro mafie e corruzione‘, associazione che da quindici anni si occupa di analizzare e denunciare il fenomeno. Il comunicato diffuso dall’associazione parte dalle parole del giudice Paolo Borsellino: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. Parole pronunciate dal magistrato assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992 insieme agli agenti della sua scorta, che, spiega l’associazione, riflettono la tensione che ancora oggi si manifesta attraverso minacce e intimidazioni in molte parti del Paese.

Secondo Avviso Pubblico, nel primo semestre del 2024 sono stati censiti 193 casi di atti intimidatori, in aumento rispetto ai 160 casi registrati nello stesso periodo del 2023. Sono 16 le regioni colpite, con una particolare recrudescenza del fenomeno in Campania, che ha riportato 34 casi, e in Veneto, con 19 casi, la regione più colpita del Centro-Nord e la quarta a livello nazionale. Preoccupante è quanto avvenuto durante l’ultima campagna elettorale, in cui oltre 3.700 enti locali erano chiamati a rinnovare i propri consigli comunali. Il 17% delle minacce censite nel periodo considerato ha riguardato candidati e candidate alle elezioni amministrative di giugno.

Le province più colpite sono quelle di Caserta, Lecce, Padova, Napoli, Cosenza, Foggia e Palermo. Ma gli episodi intimidatori riguardano tutto il territorio nazionale. Incendi di case, auto e municipi sono stati registrati a Buggiano (Potenza), Seclì (Lecce), Gela (Caltanissetta) e Bosa (Oristano). A Campobello di Licata (Agrigento), Artena (Roma) e Rivoli (Torino) si sono verificate aggressioni fisiche. Atti vandalici hanno colpito comitati elettorali a Pescara, Giulianova (Teramo) ed Empoli (Firenze). Candidati e candidate sono stati oggetto di minacce, offese e diffamazioni via social a Bari, Colle Val d’Elsa (Siena) e San Giorgio del Sannio (Benevento), mentre lettere e messaggi minatori sono stati inviati a Mirandola (Modena), Manfredonia e Isole Tremiti (Foggia). Scritte offensive e minacciose sono comparse sui muri e sui manifesti elettorali ad Albenga (Savona), Cellino Attanasio (Teramo) e Torre Annunziata (Napoli). Un caso particolarmente grave ha visto un candidato sindaco di Terricciola (Pisa), poi eletto primo cittadino, essere investito da un’auto guidata da un sostenitore di una lista avversaria. A Casal di Principe (Caserta), nel giorno dell’apertura dei seggi, sono stati esplosi colpi di arma da fuoco.

Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, ha commentato: “Si tratta di episodi sparsi su tutta la Penisola, che in alcuni casi hanno una chiara matrice criminale, ma in altri contesti sono il frutto avvelenato di campagne elettorali cariche di tensioni, esacerbate nei toni, in cui la violenza verbale – e talvolta fisica – viene sdoganata come mezzo per esprimere critica e dissenso estremo. Le decine di casi che abbiamo registrato nel corso della recente campagna elettorale confermano quanto Avviso Pubblico denuncia da tempo attraverso l’annuale Rapporto Amministratori sotto tiro: i mesi che precedono le elezioni amministrative sono tra quelli più delicati e necessitano di un monitoraggio particolarmente scrupoloso da parte delle istituzioni e degli organi preposti a garantire la sicurezza sui territori”. Montà sottolinea come le intimidazioni spesso non mirino solo a influenzare le scelte dei candidati, ma anche quelle dei cittadini che devono recarsi alle urne. In altri contesti, le minacce possono indicare situazioni socio-economiche complesse, esacerbate durante le campagne elettorali, in cui la competizione degenera in un clima incivile e pericoloso. Questo clima viene alimentato dall’hate speech diffuso tramite i social media, dalla sfiducia e dalla disillusione nei confronti della politica, fenomeno evidenziato dal crescente astensionismo.

“Non dobbiamo mai lasciare soli coloro che vengono minacciati e intimiditi perché si impegnano concretamente a fare rispettare le regole stabilite dal nostro ordinamento. Nel ringraziare le forze di polizia e la magistratura per il lavoro che quotidianamente svolgono sia per garantire sicurezza e protezione nei confronti di chi opera a livello politico-istituzionale-amministrativo sia per non lasciare impuniti coloro che minacciano e intimidiscono, auspichiamo che quanto prima il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Economia e delle Finanze emanino il decreto che stanzia i fondi destinati a ristorare i danni subiti dagli amministratori e amministratrici locali finiti sotto tiro, nonché a promuovere la cultura della legalità costituzionale e della cittadinanza attiva, in particolare tra i giovani”, conclude Montà.

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