Renato Boraso, arrestato martedì scorso, si è dimesso dall’incarico di assessore alla Mobilità del Comune di Venezia. Lo ha reso noto il suo avvocato difensore, Umberto Pauro, dopo l’incontro con il politico nel carcere di Padova. Il legale non ha commentato la scelta dell’assistito ritenendola un atto dovuto. L’inchiesta per corruzione, che ha travolto il Comune di Venezia, vede tra gli indagati anche il sindaco Luigi Bugnaro.

Venerdì con i primi interrogatori in carcere comincia l’ascolto degli indagati. Il gip Alberto Scaramuzza comincia alle 11.00 nel carcere di Venezia con l’imprenditore Fabrizio Ormenese, seguiranno due indagati ai domiciliari, l’imprenditrice Daniele Brichese e Alessandra Bolognini, direttrice generale dell’Immobiliare veneziana Ive. Sarà poi a Padova la volta dell’ormai ex assessore Renato Boraso, con interrogatorio per rogatoria di un gip del tribunale euganeo. Il quadro che sta emergendo dall’indagine delinea l’operato di Boraso negli anni, che viene definito dal Gip più come immobiliarista che amministratore pubblico.

Per conoscere, invece, le evoluzioni politiche e il punto del sindaco indagato Luigi Brugnaro i cittadini dovranno invece aspettare il 9 settembre, quando interverrà al Consiglio comunale. Al momento gli atti pubblici del sindaco si sono limitati a una lettera letta mercoledì a Cà Loredan durante un Consiglio, a cui non ha partecipato, animato dalle contestazioni gli attivisti di vari comitati cittadini. Protestano le opposizioni, che dopo avere abbandonato il Consiglio comunale, hanno lanciato una mobilitazione assieme ai comitati di Venezia con l’annuncio per il 24 luglio, in Campo Santa Margherita, di una protesta contro la “mancanza di chiarezza” contestata al sindaco.

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