“Non era solo Palamara…Bisognava avere il coraggio di voltare pagina nel Csm. E scrivere una pagina bianca. Il messaggio alla gente sarebbe stato: ‘Si fa sul serio, si volta pagina’. Così non è stato fatto. E la magistratura si ritrova in grande crisi di credibilità. Solo il 36% degli italiani ha fiducia nel nostro lavoro… ”. Così il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha commentato, qualche giorno fa, la debolezza della magistratura, a partire dal cosiddetto scandalo Palamara, che ha investito innanzitutto il Csm, oggi di nuovo nell’occhio del ciclone per la vicenda relativa a Rosanna Natoli, avvocata originaria di Paternò eletta al Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli d’Italia su indicazione di un suo illustre amico e concittadino, il presidente del Senato Ignazio La Russa. Natoli si è dimessa dopo aver violato il segreto della camera di consiglio su una toga sotto processo disciplinare, la giudice Maria Fascetto Sivillo, a processo davanti alla sua stessa sezione.

Gratteri, nell’ambito del Festival del Giornalismo d’inchiesta di Massa Lubrense, intervistato lunedì scorso dalla vicedirettrice del Fatto Quotidiano, Maddalena Oliva, sulle riforme della giustizia e nuove mafie, ha aggiunto, sempre commentando lo scandalo delle nomine e delle correnti: “La magistratura è molto debole, perché la categoria dei magistrati ha fatto degli errori. Ed è risultata come una categoria che vuole autoconservarsi e proteggersi. Non siamo credibili”.

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