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Se fossi americano, oggi voterei Trump. Turandomi il naso

La ricchezza di vocaboli (e la vittoria alleata della Seconda Guerra Mondiale) ha fatto dell’inglese la lingua universale della scienza. Non essendo fonetico come l’italiano, però, l’inglese parlato è fin troppo ricco. La pronuncia di water (acqua) cambia a seconda della geografia e circolano video di madrelingua che la pronunciano in modi differenti, deridendosi a vicenda. Ho iniziato a parlare inglese ripetendo a pappagallo le canzoni di Beatles e Stones, senza capirne il significato. Ora sono un Oxford author (uso anche la virgola di Oxford) ma evito di parlare inglese in modo “naturale”. Dovrei cambiare pronuncia a seconda di chi ho davanti. In inglese si fa lo spelling, scandendo vocali e consonanti, a scanso di equivoci. L’alfabeto è un incubo. Per noi e si pronucia e. Ma in inglese si pronuncia diversamente a seconda che sia Est (ist) o West (uest). Mi direte, c’è davanti una w, magari e si pronuncia e ogni volta che segue una w, come in… we. Misteri.

Quando andai in Usa la prima volta, era il 1981, portavo scarpe decorate con tre strisce blu, e i miei cugini americani mi prendevano in giro. Naichi(s) are better! Naichi? poi vidi il nome scritto: Nike. Se dicevo niche… mica mi capivano. Quando furono di moda anche da noi la gente che se la tira le chiamava naik. Tacendo quella e finale che gli americani pronunciano i. Non parliamo di come americani e inglesi pronunciano i nomi latini delle specie. Per me, che ho studiato latino, Clytia si pronuncia clizia, ma per loro è claitia.

Ora siamo pronti per Giuseppi. Il malcapitato Giuseppe Conte, da presidente del Consiglio, fu chiamato per nome da Donald Trump durante una visita ufficiale. No, non gli diede un bacio in testa. Quello è Biden con Meloni. Lo chiamò per nome. In Usa usa, in testa baciano i bambini. D’altronde anche Papa Francesco chiede di essere chiamato Francesco. Quanti nomi deve ricordare un Presidente Usa? Negli incontri preparatori gli danno l’elenco di chi deve incontrare, lesse Giuseppe, azzeccò la pronuncia della prima e ma pronunciò la e finale come quella di Nike, ed ecco Giuseppi. Ah ah ah… Giuseppi!!! Sarebbe stato meno insultante se lo avesse chiamato stronzo, per qualcuno. Appellativo che credo Biden abbia usato per qualche capo di governo, anche se non in sua presenza. Forse non era presente neppure lui.

Nei mesi scorsi Giuseppi è stato incalzato molte volte da giornalisti puntuti che gli chiedevano: ma lei, dovendo scegliere tra Trump e Biden, chi voterebbe? Volevano sentirgli dire Trump, vista la confidenza reciproca, per poi crocifiggerlo sulle posizioni estremiste di The Donald che, di conseguenza anche lui non poteva non condividere. Non fa una grinza: Conte approva Capitol Hill. E probabilmente anche lui paga le prostitute (ah no quello è un altro collega). Giuseppi non poteva dire Biden, visto che disapprova l’intervento militare in Ucraina ed è per il negoziato, come Francesco, del resto. Da buon avvocato, Giuseppi diceva che la decisione non spettava a lui, soprattutto per la veste in cui l’avrebbe potuta pronunciare. Avendo scelto uno dei due, che figura avrebbe fatto se fosse stato eletto l’altro e avesse dovuto incontrarlo a seguito di una sua futura vittoria elettorale? Il Presidente USA lo scelgono i cittadini USA e io riconoscerò la loro scelta. Vedi che non risponde? Sta con Trump… Giuseppi, è un’anguilla.

Ora pare che l’improvvida fucilata nell’orecchio stia spingendo Trump verso la presidenza Usa. I miei cugini americani sono repubblicani (che vergogna) e votano Trump. Però non riesco a dir loro: ma siete scemi? votate Biden!!! visto lo stato mentale di Joe.

Chi voterei se fossi in Usa? Vabbè, se corresse per l’ennesima volta voterei Sanders, ma giusto per dire che non mi piace nessuno dei due. Pare che Trump abbia piani precisi per porre fine alle questioni ucraina e israelo-palestinese. Non so quali siano, ma se riuscisse a fermare questa follia non sarebbe male. Viene anche accusato di volere l’isolazionismo degli Usa. Io sono molto felice che gli Usa non si siano isolati nella Seconda Guerra Mondiale ma, dopo, ne hanno combinate di tutti i colori in un numero infinito di guerre e di interferenze, tutte finite male, dal Vietnam, al Cile, all’Afganistan. Lo accusano anche di protezionismo. Un tempo lessi, non ricordo più dove, che la classe operaia Usa è in Cina. In Usa resta la progettazione, ma la produzione è delocalizzata, come avviene con l’iPhone.

La classe operaia Usa è impoverita. Trump, già nel suo primo mandato, emise leggi per favorire il rientro delle produzioni, e per ridare lavoro alla classe operaia Usa. Lo ha fatto mettendo tasse sulle merci di importazione. Credete di risparmiare producendo all’estero? E io tasso quello che importate! Tornate a produrlo qui! Make America Great Again (MAGA) significa anche questo. La classe operaia impoverisce, e con lei la classe media, e i ricchi sono sempre più ricchi. Vi ricorda qualcosa? Qui il programma si chiamerebbe Facciamo l’Italia Grande Ancora (FIGA, un omaggio a Silvio).

I proverbi dicono tutto e il contrario di tutto. Tipo l’unione fa la forza e chi fa da sé fa per tre ma, in questo caso, mi pare appropriato dire che non tutti i mali vengano per nuocere. Se Biden si ritirasse e fosse sostituito da una donna, magari nera, non avrei dubbi e voterei per lei, se potessi. Oggi, voterei the Donald. Turandomi il naso.