E ci risiamo. Un’altra orsa, mamma di tre cuccioli giovani di qualche mese, da abbattere.

È ormai evidente al mondo intero che la giunta provinciale trentina, capitanata dal presidente Maurizio Fugatti, con i fidi assessori Failoni e Zanotelli, non perda occasione per “risolvere” le sue incapacità gestionali conclamate con la sola cosa che sappiano fare: abbattere animali, come in questo caso, come recentemente è stato con M90; ormai il modus operandi è consolidato. Si attende un pretesto, Fugatti dà l’ordine verbale, poi con calma emana la delibera cartacea, pubblicata sempre in maniera difficile da reperire, sempre con scarsa trasparenza.

Ma veniamo ai fatti: un’orsa con tre cuccioli si aggira sopra l’abitato di Dro (tra Trento e Riva del Garda) da oltre venti giorni; la sera scende dai monti verso le campagne, per nutrirsi di frutta, ciliegie, prugne molto note nella zona; e scende anche per proteggere i cuccioli, visto che in quota ci sono i maschi che vorrebbero uccidere i suoi cuccioli per accoppiarsi con lei; queste sono vicende note, tanto che la Forestale da settimane sta monitorando la zona.

Poi l’orsa, di buon mattino si alza di quota per togliersi dalle campagne e stare a mezza via, per evitare sia gli uomini sia i suoi simili maschi. E cosa decide di fare un appassionato di corsa in montagna? Alle sette del mattino se ne va a correre proprio in quella zona; e lo sapeva che l’orsa era nei paraggi, quindi si è assunto la responsabilità di andare in una zona con un elevato rischio.

Eppure c’è una bellissima pista ciclabile dove correre in valle, non mancano altre opportunità. Ma no, bisogna avere tutto; e avviene l’incontro. Anche qui una marea di contraddizioni nel raccontare l’accaduto, con la fretta della notizia da sbattere in prima pagina: si parte con il criminalizzare l’orsa che avrebbe aggredito l’escursionista; poi invece si scopre che lui è caduto e l’orsa se ne sarebbe andata per la sua strada; poi, la via di mezzo delle due storie, cioè sarebbe avvenuto un incontro a sorpresa, l’orsa si sarebbe spaventata e avrebbe fatto un cosiddetto falso attacco, l’uomo sarebbe inciampato e, una volta caduto, l’orsa lo avrebbe valutato come non pericoloso e se ne sarebbe andata.

Come al solito la verità non si saprà mai; come al solito nessuna documentazione fotografica delle presunte ferite subite. E, come ormai da prassi, si procede con ordinanza di abbattimento!

Senza considerare che era cosa nota la presenza dell’orsa, che si poteva interdire quel tratto di sentiero di montagna finché la presenza dell’orsa fosse accertata, come fanno in altri paesi e in altri luoghi. E va pure detto che l’incontro non è avvenuto all’inizio del sentiero, vicino al paese, bensì in cima al “sentiero degli scaloni”, cioè in montagna, in mezzo al bosco! E vi assicuro, perché conosco bene la zona – ci sono stato pure io diverse volte – non è un sentiero pianeggiante e il nome ve lo dovrebbe anche far intuire.

Insomma, per l’ennesima volta in Trentino si assiste alla criminalizzazione dell’orso, invece che alla stigmatizzazione di una mancanza di presa di responsabilità da parte di chi dovrebbe governare il fenomeno, anche con provvedimenti di interdizione di luoghi per il pubblico; questo sì, sarebbe vero interesse per la sicurezza collettiva.

Invece, mentre qui scrivo, probabilmente qualcuno sta già sparando, o forse sarà già avvenuta l’uccisione; di chi? Di un orso qualsiasi, purché sia un orso da dare in pasto al pubblico delirante, preso da un’isteria collettiva generata da una politica scellerata e priva di progettazione. Prenderanno l’orsa e dei cuccioli che ne sarà? Non importa certo a loro, anzi se non sopravvivono ne muoiono altri tre senza metterli nel conto degli otto abbattibili all’anno! Oppure ammazzeranno il primo orso che trovano, così da calmare le folle.

Ma il problema rimane: i bidoni anti orso per il rifiuto organico, che li attirano nei centri abitati, si cambieranno solo nel lontano 2028; politiche di informazione inesistenti, tutela vera sul campo, con interdizioni salva incontro inesistenti. Insomma, benvenuti al luna park del Trentino, dove va in scena la replica del Medioevo. E a chi crede in uno sviluppo sostenibile e in una convivenza da progettare, in questo momento non resta altro che ricorrere alla magistratura, che, purtroppo, non è veloce come una pallottola!

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