“Renzi apre a nuove alleanze possibili con Schlein e Conte? Fa ridere. È una persona intelligente e abile ma se deve allearsi una volta coi nazisti dell’Illinois e un’altra volta coi marxisti leninisti, lo fa“. Così a Non stop news, su Rtl 102.5, il leader di Azione Carlo Calenda commenta l’intervista odierna rilasciata dal suo ex alleato Matteo Renzi a Maria Teresa Meli, sul Corriere della Sera, dove alla domanda di un futuro accordo con Pd e M5s ha risposto: “Non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante. (…) L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti”.
Calenda dissente totalmente: “Io ho iniziato questa legislatura con Renzi che diceva di voler fare il partito dei liberaldemocratici. Poi faceva votare ai suoi La Russa nella prima sessione del Senato, successivamente alla morte di Berlusconi si proclamava suo erede, poi è andato con la Bonino e ha preso l’1,8 %. Infine, dopo le elezioni europee, dice che va bene andare con i 5 Stelle. Questo – continua – è il modo di fare politica di Matteo ma non è il nostro percorso perché cerchiamo di fare ciò che riteniamo utile per il paese. Io credo che l’Italia stia collassando e non riesca a produrre nulla su sanità, salari e scuola, che sono i temi fondamentali, perché è prigioniera di uno scontro totale fra destra e sinistra”.
E lancia una bordata alla segretaria del Pd: “La Russa, definito ‘un pericoloso fascista’ in tutte le trasmissioni di sinistra dalle persone di sinistra, si prendeva a pacche sulle spalle con Elly Schlein alla ‘Partita del cuore’. Agli italiani, quindi, voglio dire che quello che vedono tutti i giorni è una finzione e che non c’è assolutamente niente di personale in quello scontro tra politici. Se veramente pensassero che la destra è il fascismo e la sinistra è la traditrice della patria, non si tratterebbero tra di loro in questo modo. È ua finzione – ribadisce – che serve a mantenere meno della metà degli elettori che va a votare senza produrre un cavolo. Noi di Azione, invece, siamo nati per cercare di cambiare questa situazione con un centro liberale pragmatico che cerca di parlare con un linguaggio di verità, di proporre soluzioni fattibili, di votare provvedimenti da qualunque parte politica, purché buoni, perché altrimenti il Paese non si salva”.
Sullo scarso successo elettorale di Azione, infine, il senatore osserva: “Da noi non sta funzionando il fatto che nuotiamo contro una corrente impetuosa, quella della polarizzazione, che è drammatica e che non ha prodotto nulla in Italia, né di destra, né di sinistra. Rende gli italiani nemici l’uno dell’altro, e più ci si estremizza, più diventa pericolosa per la tenuta della democrazia. Io – conclude – mi rendo conto che è molto difficile cercare di cambiare questo modo di fare politica, ma penso che sia l’unica salvezza che abbiamo, perché il mondo sta diventando un posto pericoloso. E basta un soffio di crisi finanziaria per mandare all’aria l’Italia”.