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Francia, altro che Giochi: troppi divieti e timore di attentati, la grande fuga dalle Olimpiadi

Secondo un sondaggio solo il 12% dei parigini si dice "entusiasta" dell'appuntamento internazionale; gli altri sono depressi dalle zone recintate e dalla preoccupazione che la manifestazione attiri il terrorismo

Stazioni della metropolitana chiuse, strade transennate, controlli delle borse e degli zaini, difficoltà nella circolazione stradale, QR Code per accedere alle zone “grige” del lungosenna, prezzi dei trasporti raddoppiati, folle e file inevitabili (sono attesi circa 15 milioni di turisti): si dice che i francesi siano maestri nell’arte di lamentarsi. In questo clima, ad una settimana dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi (il 26 luglio), il leggendario cattivo umore dei parigini non si smentisce. E non è solo un cliché. Alcuni giorni fa, un amico medico mi diceva: “Se i Giochi fossero in Italia, sareste tutti a ballare nelle strade e affrontereste i disagi con il sorriso. Ma qui siamo in Francia”.

Come tanti parigini anche lui aveva già fatto le valigie. A marzo l’istituto Ipsos registrava che il 47% degli abitanti della regione Ile-de-France pensava di partire ad agosto durante i Giochi. Eppure si promette uno spettacolo grandioso, con i più bei monumenti della capitale trasformati in scenografia ideale delle prove sportive e una parata mai vista prima degli atleti in barca sulla Senna, dove sembra che ormai ci si possa anche tuffare (seguendo l’esempio della sindaca Anne Hidalgo). Un sondaggio Ifop di alcuni giorni fa sullo “sguardo dei francesi sui Giochi 2024”, è rappresentativo dell’umore che si respira qui: solo il 12% si è detto “entusiasta” in vista dell’evento sportivo. Il 36% è persino “indifferente”. Il 58% si dice comunque “fiducioso”, ritiene cioè che la Francia è all’altezza di organizzare i Giochi. In un certo senso, basti che passino.

I disagi, legati soprattutto alle ingenti misure di sicurezza prese dalle autorità, sono giustificati: il rischio di attentati in Francia resta serio. Il plan Vigipirate è al livello massino “urgenza attentati” da maggio. Dalle 5 del mattino di ieri è stato attivato il SILT, ovvero perimetro di sicurezza di protezione anti terrorista. Fino alle 13 del 26 luglio, la zona detta “grigia” lungo il fiume sarà accessibile solo con un Pass Jeux. Sugli 800 mila lasciapassare richiesti, poco più della metà, 470 mila, sono stati accordati, stando ai dati della Prefettura. Per alcuni è “il ritorno del QR Code”, come ai tempi della pandemia di Covid-19. In una più ampia zona “rossa” del centro, resa semi-pedonale, l’accesso è autorizzato, anche senza QR Code, a pedoni e ciclisti ma con controllo delle borse. Le 44 mila transenne installate per garantire la sicurezza della cerimonia di apertura, certe anche alte due metri, esasperano i residenti.

Gli abitanti dell’Ile-Saint-Louis, uno dei luoghi più affascianti della città, si lamentano perché solo due ponti su otto sono aperti e quindi si sentono in prigione. Quante persone vorrebbero essere in questo momento nei loro panni. I gestori di caffè e ristoranti guardano i loro tavolini vuoti e si lamentano perché, a causa delle restrizioni, non hanno abbastanza clienti. Molti negozi nella zona rossa hanno del resto preferito abbassare la saracinesca fino al 26. Sono contenti solo i bouquinistes che, minacciati di dover smontare i loro chioschetti, a forza di petizioni hanno ottenuto l’autorizzazione di restare. Altro motivo di malumore, da domani il prezzo del biglietto del metrò raddoppia, passando da 2,15 a 4 euro (e pensare che da progetto originale di Paris 2024 i trasporti dovevano essere gratuiti per tutti).

I giornali hanno pubblicato astuzie su come fare per non subire questi aumenti. Il governo per far fronte alle critiche ha persino creato delle app per aiutare i parigini a prevedere i loro spostamenti. Ma per mesi Gérald Darmanin, ancora ministro dell’Interno di un governo ormai dimissionario, ha invitato i parigini a limitare i loro spostamenti, a privilegiare il télétravail e, perché no, a andarsene in vacanza durante i Giochi, per non saturare i trasporti e liberare spazio ai turisti. Probabilmente la comunicazione ansiogena dei politici deve aver giocato sull’approccio dei francesi – e dei parigini in particolare – all’evento sportivo mondiale che la città sta per accogliere. In Francia, dove da due anni il rischio di attentati è cresciuto, la sicurezza dei Giochi è considerata “una sfida gigantesca” dai servizi segreti. Il pericolo è “doppio”: può venire cioè dall’interno, con passaggi all’atto di individui isolati, e dall’esterno, con azioni coordinate dall’estero.

Il ministro Darmanin ha riferito che 155 persone “molto pericolose” o “potenzialmente pericolose” sono state “mantenute a distanza” dalla cerimonia inaugurale. Bisogna dire che circa 320 mila spettatori sono attesi il 26 sul lungo Senna, oltre ai 10.500 atleti che sfileranno sul fiume su un percorso di 6 km, tra il ponte d’Austerlitz e il ponte di Iéna. Il cielo di Parigi sarà no fly zone. È proprio la sicurezza la maggiore preoccupazione dei francesi: il 68% si dice “preoccupato” di attentati nei trasporti e nei luoghi turistici, secondo l’Odoxa, il 65% non si sente tranquillo ad andare a seguire le prove su grande schermo nelle fans zone, che accoglieranno fino a 50 mila persone.

“Siamo pronti”, martella la Prefettura di Parigi. Il numero delle pattuglie nei trasporti è già triplicato (da 100 a 300) e passerà a 700 durante i Giochi. Saranno mobilitati 45 mila poliziotti e 10 mila militari. Il rischio maggiore riguarda ovviamente il terrorismo islamista, ma non solo. Un giovane di 19 anni, che si rivendicava neo nazista, è stato arrestato mercoledì in Alsazia perché “stava preparando un’azione violenta” durante le Olimpiadi. In settimana un militare e un poliziotto, rispettivamente alla Gare de l’Est e nei pressi degli Champs-Elysées, sono stati aggrediti da individui armati di coltello. In nessuno dei due casi si è trattato di attentato terrorista, ma la tensione è alle stelle.