Con picchi di 36 gradi, a Roma, il clima è diventato ingestibile. Se lo è per noi esseri umani, chissà come sarà terribile per gli animali, che tra pellicce e contatto con il suolo, spesso rovente, hanno a che fare con il caldo anche più di noi. Geniale, però, l’idea del Giardino Zoologico di Roma, il Bioparco, che ospita oltre 1200 esemplari tra rettili, volatili e mammiferi.
Lo staff ha pensato bene di aiutare gli abitanti del parco stravolgendo la loro dieta alimentare, così da sostenere gli animali nella loro battaglia con le temperature estreme. Cubi di ghiaccio per tutti, quindi. Che sia frutta, pesce o carne, a seconda di chi sia il destinatario della pietanza. E ne hanno beneficiato anche gli ospiti, divertiti dalla scena di un orso con dei cilindri di pesce ghiacciato o quella dei tamarini imperatori – scimmie, ma con dei baffi caratteristici – intenti a gustarsi dei ghiaccioli alla frutta.
Nello specifico, alle tigri di Sumatra sono stati forniti dei ghiaccioli alla carne, mentre ai lemuri (oltre ai già citati tamarini) ghiaccioli con mele, albicocche e cocomero, ma anche canne di bambù ripiene di yogurt. Per gli orsi e le foche, invece, menù a base di pesce. Con tanto di ricerca del cibo, che gli animali devono procacciarsi da soli (aiutati dallo staff), così da non perdere le loro abitudini. Un mix di refrigerio e ingegno per passare le giornate sotto al sole cocente della capitale.
La nuova dieta alimentare a base di ghiaccio rinfrescante, però, potrebbe non bastare. E allora bisogna trovare un nuovo rimedio: “Gli animali hanno bisogno di ombra e tanta acqua, sia da bere, sia per immergersi”, spiega Yitzhak Yadid, responsabile zoologico del Bioparco. La scelta, dunque, deve ricadere sulle piscine, che gli elefanti usano “per abbassare la loro temperatura corporea, e per le tigri e i licaoni, che amano entrare in acqua per rinfrescarsi. Ma lo stesso vale anche per gli uccelli”, dice Yadid.
Alcune specie, inoltre, hanno bisogno di condizioni climatiche ben specifiche, motivo per cui potrebbe essere necessario l’uso di condizionatori per controllare la temperatura. È il caso degli anfibi, che devono necessariamente trovarsi in un ambiente con non più di 22 gradi. “Un altro metodo per rinfrescare le aree è quello dell’irrigazione, di bagnare la terra. Ma alla base di tutto – conclude Yadid – c’è l’importantissima azione di monitoraggio ravvicinato compiuta ogni giorno dallo staff zoologico su tutti gli animali per intercettare in tempo reale eventuali segnali di malessere”.