Non ci sarà alcun processo per l’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio. Da quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, la Procura di Roma ha infatti deciso di non fare ricorso dopo la decisione della Gup Marisa Mosetti di riconoscere l’immunità ai funzionari del Programma Alimentare Mondiale (Pam), Rocco Leone e Mansour Rwagaza, stabilendo quindi il non luogo a procedere rispetto all’accusa di omicidio colposo e omesse cautele nel triplice omicidio dell’ambasciatore, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo.
“La Procura di Roma farà ricorso davanti alla Corte d’Appello per impugnare la decisione del gup che ha disposto il non luogo a procedere (…) I pm di piazzale Clodio, in base a quanto si apprende, percorreranno tutte le strade che l’ordinamento penale prevede per garantire ai due cittadini italiani e alle loro famiglie la tutela dei loro diritti”: così batteva l’Ansa il 13 febbraio scorso, giorno in cui era stata emessa la sentenza che riconosceva l’immunità funzionale ai due imputati. E invece così non sarà. L’aggiunto Sergio Colaiocco ha rinunciato a impugnare la sentenza e ha passato la palla alla Procura generale, la quale a sua volta ha reso noto che i termini per il ricorso sono scaduti. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto conferma a Piazzale Clodio sulla decisione di non fare ricorso, ma al momento in cui si scrive non è stata fornita alcuna risposta.
Così, il procedimento non è nemmeno entrato nel merito delle accuse sollevate verso i due imputati (uno dei due fra l’altro stralciato nel corso delle udienze causa irreperibilità), dato che la Gup si è limitata a stabilire che – in base alle consuetudini e a quanto la stessa Farnesina ha affermato in udienza – l’immunità prevale su tutte le altre questioni sollevate e, dunque, il processo non si può svolgere.