Musica

Rammstein, nove punti chiave per scoprire il loro universo

Domenica 21 luglio 2024 sarà il giorno dei Rammstein! Suoneranno alla RCF Arena (Campovolo) di Reggio Emilia. Vi state preparando all’evento? Eccovi una piccola guida suddivisa nei consueti nove punti di questo blog; potrete così arrivare al concerto preparati e pronti per “non ustionarvi”. Cominciamo!

1. Oltre ogni limite
I Rammstein sono molto più di una semplice band industrial/metal: sono un’esperienza sonora e visiva. La loro musica combina chitarre aggressive, ritmi incalzanti e testi provocatori; va da sé che i confini del genere siano stati notevolmente ampliati mediante una personalizzazione unica. Chiariamolo subito: non hanno inventato nulla, semmai hanno saputo rendere un genere musicale familiare e marcatamente riconoscibile.

2. Ma chi ascolta i Rammstein?
I darkettoni indefessi non disdegnano, ma alzano il sopracciglio destro se qualcuno osa definirli dark. I metallari incalliti imbracciano la sei corde d’ordinanza e scuotono i capelli in pista, ma guai a sostenere con loro che – questi – provengano dal metal. I rocchettari se li accollano con piacere e neppure chi ascolta pop e trash disdegna. Conosco persone che andranno a vedere i Rammstein e non si perderanno la reunion dei Ricchi e Poveri. La domanda è: “Ma allora Lindemann e soci piacciono a tutti?” Anche no! Una fronda corposa li detesta, accusandoli di essere semplicemente… dei pagliacci. Amen.

3. Chi li ha influenzati musicalmente?
Ministry e Nine Inch Nails, ovvio! Ma per capire realmente da dove provengano, occorre scrutare nelle infinite sottocartelle della musica sperimentale. Tre i nomi influenti: Einstürzende Neubauten, Die Krupps e Laibach. Li conoscete? Gruppi, nati sul finire degli anni ’70 che hanno avuto un ruolo cruciale nella definizione del loro sound e dell’estetica così caratteristica. In ambito tedesco evocare “le radici” non è peccato: Can e Kraftwerk stabilirono “il perimetro del recinto teutonico” entro il quale “tutti”, in seguito, impostarono le differenti declinazioni del proprio verbo. Anni dopo anche i Rammstein.

4. Ma che genere fanno?
In patria lo chiamano “Tanz Metal”: non si può sentire questa definizione “crucca”, diciamocelo. Piuttosto, si provi a immaginare di unire la potenza del metal con elementi di musica elettronica e industrial. Tale fusione genera ritmi incalzanti e melodie penetranti, creando un impatto sonoro al tempo stesso energico e ipnotico. Le stratificazioni delle chitarre e i ritmi compulsivi generati dall’imponente sezione ritmica, non sono un optional.

5. Un album degno non lo azzeccano da tempo
Diciamolo senza paura di “restare ustionati”: gli ultimi dischi lasciano un po’ così… Ma guardando indietro scopriamo una discografia importante, di grande successo. “Herzeleid” nel 1995, li ha introdotti sulla scena musicale internazionale (il mio preferito). Con il secondo album “Sehnsucht” del 1997, hanno consolidato la loro fama, grazie anche al singolo “Du Hast”. “Mutter” (2001), “Reise, Reise” (2004) e “Rosenrot” (2005) hanno ricevuto consensi da critica e fan, non è poco. “Zeit” (2022), ultima fatica discografica, registra un nuovo tentativo di reinventarsi.

6. La cattedrale
L’imponente scenografia del palco resta tra gli elementi più iconici ed estetici, una parte cruciale della performance. Strutture mastodontiche, torri di metallo, piattaforme mobili e un uso massiccio di luci e fuochi d’artificio trasformano il palco in un’opera d’arte visiva. La “Cattedrale” è un’esperienza immersiva completa, la cui potenza di fuoco è subordinata alla musica.

7. Impatto culturale
Oltre alla musica, hanno avuto un impatto significativo sulla cultura popolare. I video provocatori e spesso controversi affrontano temi sociali e politici, sfidando le norme e stimolando discussioni. Ma alla fine una domanda sorge spontanea: “I Rammstein sono di destra oppure di sinistra?” Non hanno mai chiaramente espresso una preferenza. Io però un sospetto l’avrei…

8. Critiche e controversie
Vediamone alcune.

a) “Pussy” (video 2009) – Considerato altamente esplicito e pornografico
b) “Mein Teil” (video 2004) – Tema macabro inquietante, sul caso del cannibale di Rotenburg
c) La performance di “Bück Dich” (1998) – Atti sessuali espliciti durante l’esibizione
d) Il testo di “Ich tu dir weh” (2009) – Bannato in Germania per il contenuto sadomasochistico
e) “Stripped” (video 1998) – Accusato di utilizzare immagini di propaganda nazista
f) L’uso del fuoco – Pare che numerosi spettacoli abbiano visto incendi controllati andare fuori controllo
g) Le accuse di plagio – Più volte accusati di aver plagiato riff e melodie da altri artisti
h) “Ausländer” (video 2019) – Critiche per l’approccio al tema del colonialismo
i) “Deutschland” (video 2019) – L’uso di simboli nazisti e rappresentazioni controverse della storia tedesca.

9. Cosa aspettarsi a Reggio Emilia?
Un caldo fotonico generato dalla Cattedrale. Mettilo in conto. Ma soprattutto una potenza sonora inaudita. Avrete il piacere di sperimentare l’acustica della Rcf arena progettata per vedere e sentire bene da ogni punto. Vi lascio alle consuete nove canzoni indissolubilmente legate a questo blog. Le potrete ascoltare gratuitamente sul mio canale Spotify.

Ci si vede domenica. Ah, portatevi il Polase, farà caldo.

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