In Bangladesh, dove da settimane sono in corso violente proteste antigovernative, il governo ha imposto il blocco ai servizi internet e di telefonia mobile. La misura è stata messa in atto a seguito dell’ulteriore intensificarsi delle proteste: i manifestanti hanno dato l’assalto alla sede della televisione statale sfondando l’ingresso e dando fuoco anche ai veicoli parcheggiati all’esterno. Il numero delle vittime tra i manifestanti è salito a 105. Solo stamattina, Bacchu Mia del Dhaka Medical College Hospital aveva dichiarato: “Abbiamo cinque corpi qui. Sono stati uccisi oggi”, confermando subito dopo altri 45 decessi. Il numero dei morti durante i disordini è cresciuto ancora. Il governo del Bangladesh ha imposto il coprifuoco e ha deciso di dispiegare l’esercito per “mantenere l’ordine”.
Le proteste – Principali fautori delle proteste in corso sono gli studenti, mentre il motivo scatenante è l’assegnazione degli impieghi nel settore pubblico, ritenuta discriminatoria e non meritocratica. Ogni anno, 400mila laureati competono per 3mila posti di lavoro. Per una legge degli anni Settanta, infatti, il 30 per cento degli impieghi pubblici – molto ambiti dalla popolazione perché assicurano stabilità lavorativa e salari adeguati – è riservato ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. Gli scontri hanno avuto luogo in quasi la metà dei 64 distretti del Bangladesh, i feriti sono quasi 400, tra questi 104 agenti di polizia e 30 giornalisti.
Il blackout e la lotta all’opposizione – La polizia ha vietato tutti i raduni pubblici nella capitale Dhaka, come ha confermarlo il commissario dell’AFP Habibur Rahman: “Abbiamo vietato tutti i raduni, le processioni e le riunioni pubbliche a Dhaka oggi”. A seguito del blackout quasi totale con il quale si è svegliata la popolazione, la polizia ha commentato sostenendo che questa misura (assieme a quella del divieto di manifestare) è stata adottata per garantire la sicurezza pubblica, soprattutto dopo l’assalto agli stessi edifici della polizia e ad edifici governativi. Sempre a Dhaka, è stato arrestato Ruhul Kabir Rivzi, uno dei leader del principale partito di opposizione, Partito Nazionalista del Bangladesh (BNP). La notizia è arrivata dal portavoce delle forze dell’ordine Faruk Hossain, ma la procura non ha fornito le motivazioni dell’arresto.