Politica

Strage di via d’Amelio, Mattarella: “Ricerca dei mandanti ostacolata da depistaggi. Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia”

“La ricerca di una piena verità sulle circostanze e i mandanti dell’attentato è stata ostacolata da depistaggi. Il cammino della giustizia ha subito tempi lunghi e questo rappresenta una ferita per la comunità. Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia e dare ad esso una risposta positiva resta un dovere irrinunciabile”. A dirlo […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

“La ricerca di una piena verità sulle circostanze e i mandanti dell’attentato è stata ostacolata da depistaggi. Il cammino della giustizia ha subito tempi lunghi e questo rappresenta una ferita per la comunità. Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia e dare ad esso una risposta positiva resta un dovere irrinunciabile”. A dirlo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un passaggio della sua dichiarazione per l’anniversario della strage di via d’Amelio a Palermo, che il 19 luglio 1992 uccise il giudice Paolo Borsellino insieme agli agenti della sua scorta Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. “Paolo Borsellino, e con lui Giovanni Falcone, hanno inferto con il loro lavoro colpi decisivi alla mafia. Ne hanno disvelato trame e dimostrato debolezze, lasciando un’eredità preziosa, non soltanto per indagini e processi. Hanno insegnato che la mafia si batte anche nella scuola, nella cultura, nella coerenza dei comportamenti, nel rigore delle istituzioni, nella vita sociale. Questi insegnamenti continuano a segnare il dovere della Repubblica”, ha detto il capo dello Stato.

“La tremenda strage di via D’Amelio, 57 giorni dopo l’attentato di Capaci, ha costituito l’apice della strategia terroristica condotta dalla mafia”, prosegue la dichiarazione di Mattarella, fratello di Piersanti, un’altra vittima di Cosa nostra. “Con atti spietati di guerra, si voleva piegare lo Stato e sottomettere la società. Le istituzioni e i cittadini lo hanno impedito. Gli assassini a capo dell’organizzazione criminale sono stati assicurati alla giustizia, il sacrificio di chi ha difeso la legalità e la libertà è divenuto simbolo di probità e di riscatto. Ora il testimone è nelle mani di ciascuno di noi”, aggiunge. A commemorare le vittime della bomba anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Ricorre il 32esimo anniversario della scomparsa di Paolo Borsellino, un valoroso italiano che ha affrontato con fermezza la criminalità organizzata, dedicando la sua vita al servizio della collettività. Il suo esempio è presente in ognuno di noi e continua a essere un faro per chi crede nella giustizia e nella legalità”.