Media & Regime

Tutti uomini ai vertici della cassa previdenziale dei giornalisti: nel cda e collegio sindacale dell’Inpgi neanche una donna

Tutti uomini in cda e pure nel collegio sindacale. L’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi), rimasto operativo solo per i giornalisti free lance dopo che quelli contrattualizzati sono confluiti nell’Inps, ha rinnovato gli incarichi di vertice e la nuova governance è interamente al maschile. Nella migliore tradizionale dei “manel”, ma qui non si tratta di un convegno di poche ore bensì di organi che resteranno in carica per i prossimi quattro anni.

Il 3 luglio l’assemblea formata dai 52 vincitori delle elezioni che si sono tenute in via telematica dal 27 al 31 maggio – tra cui 19 donne – ha scelto come componenti del nuovo consiglio di amministrazione Roberto Ginex (presidente), che è anche consigliere nazionale della Fnsi, Mattia Motta (vicepresidente), Stefano Gallizzi, Massimo Marciano e Beppe Gandolfo.

Il 17 luglio è arrivata anche la nomina dei sindaci e la scelta del Consiglio di indirizzo generale è ricaduta su Andrea Sbardellati e Stefano D’Orsi. Il ministero del Lavoro aveva indicato Paolo Reboani come componente effettivo con funzioni di presidente e l’avvocato Fabrizio Maria Formicola come sindaco supplente, mentre per il Mef entra Jair Lorenco, componente effettivo. Il ministero ha scelto una donna, Palma Mantaci, solo come supplente. Nel corso della stessa riunione è stato anche nominato garante del Codice etico Massimo Zennaro.

Le altre casse professionali hanno fatto qualche sforzo in più: Enpam (medici) e Inarcassa (ingegneri e architetti) hanno entrambi una donna in cda, come la cassa dei commercialisti e quella dei farmacisti, l’Enpacl (consulenti del lavoro) ne conta due mentre la Cassa forense arriva a quattro.

Articolo aggiornato alle 15:56 del 22 luglio 2024