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Una medaglia per celebrare le Olimpiadi di Parigi e i 200 anni del Braille: l’arte di Fulvio Morella vola oltre i limiti con “Ailes de Mouette”

L'alfabeto braille compie 200 anni e l'inventore del "braille stellato" lo celebra con una mostra all'INJA: fino al 22 settembre, l'esposizione presenta la sua arte tattile e la medaglia "Ailes de Mouette"

In un mondo dove l’arte può essere toccata, vissuta e sentita con tutti i sensi, l’artista Fulvio Morella ci invita a spiccare il volo oltre i limiti, fisici e mentali. Verso le infinite possibilità a cui siamo destinati. Lo fa con la sua sua ultima creazione, la medaglia “Ailes de Mouette” (“ali di gabbiano”), rappresenta un omaggio non solo alle Olimpiadi di Parigi 2024, ma anche ai 200 anni del linguaggio Braille. Un’opera unica e preziosa, che ci ricorda la straordinaria capacità dell’arte di trascendere barriere e confini. Dal 26 giugno al 22 settembre sarà esposta all’Istituto Nazionale dei Giovani Ciechi (INJA) della capitale francese, dove è stata allestita una personale dell’artista lombardo, un viaggio emozionante nella dimensione inclusiva e multisensoriale delle sue opere.

La mostra, che prende il nome proprio da quest’ultimo lavoro di Morella, è l’occasione per raccontare l’invenzione del “braille stellato” da parte dell’artista, fresco vincitore del Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade 2023: spinto dalla continua riflessione sul significato del limite e sulla figura storica di Louis Braille, ha elaborato un proprio alfabeto, denominato “braille-stellato“, trasformando i punti di questa scrittura in corpi celesti. Fulvio ha trasformato così il braille in qualcosa che va oltre un semplice mezzo di comunicazione per non vedenti, conferendogli un valore estetico e morale universale. “Il tatto è il senso che guida ogni scultore nelle varie fasi realizzative; io capisco quando un’opera è finita toccandola, non solo guardandola. Anche i miei occhi non possono tutto. Perché allora è così raro poter toccare un’opera? Come si possono capire le emozioni di un artista e la sua opera, se non si può viverla come lui l’ha intesa? Da trent’anni creo opere che tutti possano toccare e vivere a modo loro”, spiega l’artista. “Ho studiato il braille come vedente, innamorandomi sempre di più. Quella carta bianca con quei punti ha un’espressività estetica e una raffinatezza che dovevo raccontare e valorizzare. Ho poi unito il braille al legno, alla stoffa, alle stelle e ora a una medaglia d’argento. Grazie quindi, in ultima istanza, a Louis Braille, che mi ha cambiato la vita facendomi capire ancora una volta che i limiti non esistono e che bisogna avere il coraggio di raccontarlo”.

La Medaglia “Ailes de Mouette”
La mostra, presentata dall’Institut National des Jeunes Aveugles e dall’Associazione italiana Cramum, è curata dai direttori dei due enti promotori, Sabino Maria Frassà e Stéphane Gaillard. Il perno dell’esposizione è la medaglia realizzata da Morella in 22 esemplari in argento 999 per celebrare lo spirito olimpico di fratellanza e inclusione, in occasione della coincidenza tra le Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024 e il bicentenario della prima codifica dell’alfabeto braille. Dopo esser entrata nelle collezioni della Monnaie de Paris e del Kunsthistorisches Museum di Vienna, è arrivata anche all’Unesco, più precisamente all’Assistant Director General for Education dell’Unesco, Stefania Giannini, per l’impegno dell’Organizzazione nel promuovere da tempo l’uso del braille a livello globale.

“La mostra esplora il legame tra il braille e l’arte”, spiega Stéphane Gaillard, “mettendo in luce il lavoro artistico di Fulvio Morella ed esplorando le infinite possibilità dell’arte grazie e con il braille. La sua ultima creazione, la medaglia ‘Ailes de Mouette’, ci invita a riflettere su come le stelle, simboli di speranza e scoperta, trovino eco nei caratteri tattili del braille e nelle forme scultoree, aprendo così nuovi orizzonti estetici e sensoriali” .”In una società caratterizzata da un’immagine effimera e fuggevole, la scelta di realizzare una medaglia d’artista è un gesto quasi ideologico“, spiega Frassà. “Non si tratta di creare una semplice scultura in miniatura, ma di lasciare un segno tangibile di un messaggio corale e condiviso, che racconta le nostre radici storiche e culturali“.

Simbologia della Medaglia
Sul fronte della medaglia è stata inserita la scritta in “braille stellato” “Ali di gabbiano” circondata da cinque ellissi, che richiamano i cinque continenti rappresentati dai cerchi del logo olimpico. L’ellisse più interna forma la sagoma di un occhio, all’interno della quale si trova un cerchio che ha come pupilla una stella, interpretata dall’artista come il punto singolo, la lettera “A” dell’alfabeto braille, il punto di partenza. “Non sempre gli occhi chiusi dormono, non sempre gli occhi aperti vedono“, ha scritto Morella sull’opera Oculus.

Le opere in mostra
La mostra presenta anche una selezione di opere realizzate dall’artista negli ultimi cinque anni, tutte appartenenti al noto ciclo “Blind Wood”. Si tratta di quadri-scultura in metallo, legno tornito e braille, in cui la scrittura in braille viene impiegata sia come elemento decorativo, sia come chiave per comprendere e interpretare forme che, solo a prima vista, sembrano astratte. Queste opere concettuali nascono per far riflettere sul senso stesso di limite e di progresso, mostrando quanto la percezione di ognuno di noi sia parziale e limitata.

Louis Braille e l’INJA
La sede della mostra, l’INJA di Parigi, è stata fortemente voluta da tutti i promotori. E’ un palazzo storico, simbolo del grande impegno della Francia per l’inclusione delle persone cieche e ipovedenti: proprio tra le solide mura di questo Istituto si spense Louis Braille, dopo esserne stato allievo e poi insegnante. Superando la sua cecità accidentale, Braille ha codificato presso questa istituzione, tra il 1824 e il 1825, la sua invenzione che costituisce un’eredità inestimabile per tutta l’umanità. Il sistema di scrittura tattile che porta il suo nome ha rivoluzionato l’esistenza delle persone non vedenti, permettendo loro di leggere e scrivere come i loro coetanei vedenti. Louis Braille è stato un pioniere e un esploratore, dimostrando a soli 16 anni (l’età che aveva quando codificò il braille) che non esistono limiti assoluti.