Botta e risposta a In Onda (La7) tra Marianna Aprile, conduttrice della trasmissione assieme a Luca Telese, e l’editorialista del Corriere della Sera Federico Rampini sull’imbarbarimento del dibattito politico negli Usa.
Rampini sottolinea: “Ci sono delle punte di aggressività e di incitazione alla violenza che però sono ben ripartite tra le due fazioni estreme. Voi avete ricordato giustamente quella terribile aggressione al marito di Nancy Pelosi ma più o meno nello stesso periodo ci sono state altre due aggressioni ai danni di esponenti conservatori: il parlamentare repubblicano Steve Scalise e un giudice di destra della Corte Suprema, Brett Kavanaugh. Quindi, la violenza è endemica da entrambe le parti“.
E aggiunge: “Noi tutti ricordiamo con sdegno, con orrore, con condanna imperitura l’assalto a Capiton Hill il 6 gennaio 2021, ma la destra americana e una parte dell’opinione pubblica americana ricorda sempre un evento analogo del 2020 quando la barbara uccisione di George Floyd per mano di un poliziotto bianco fu usata come pretesto dal movimento Black Lives Matter per incendiare sedi delle istituzioni democratiche in tutta l’America”.

Marianna Aprile insorge: “Rampini, scusa, però si può paragonare questo con un ex presidente che disconosce l’esito elettorale e che fa assaltare il Campidoglio?”.
Rampini ribatte: “Non sto dicendo questo. Non farmi dire quello che non ho detto”.
“Allora spieghiamolo bene, perché è arrivata così”, replica la conduttrice.
“Non penso che sia arrivata così – risponde Rampini – Se la vuoi capire così, è perché la vuoi capire così tu”.
“Allora ho capito male io ma spieghiamolo anche per chi è a casa”, rilancia Aprile.

“Ho ribadito la condanna incancellabile di ciò che Trump ha fatto il 6 gennaio 2021 – afferma Rampini – aizzando una folla che ha assaltato il Campidoglio. Dico solo che però non possiamo continuare a parlare di violenza solo da una parte. Pochi giorni fa proprio Biden ha sentito il bisogno di scusarsi per aver detto che era tempo di mettere Trump al centro del bersaglio. All’epoca (8 luglio 2023, ndr) Biden usò la parola ‘bullseye’, che è appunto il bersaglio presente nei poligoni di tiro. Se quelle parole colte da una mente malata e da un ragazzo armato in un paese dove purtroppo ci sono troppe armi in giro finiscono in un attentato, capite bene che non ci si può limitare a parlare di violenza da una parte sola, altrimenti non si è credibili“.

Rampini, infine, accusa di faziosità il New York Times, il Washington Post e la Cnn e aggiunge, mentre Aprile scuote la testa: “Quando i repubblicani rinfacciano una copertina del magazine progressista The New Republic con Trump nelle sembianze di Hitler, non hanno tutti i torti, perché se veramente crediamo che Trump sia Hitler, allora il ragazzo che ha cercato di ucciderlo è un eroe, un martire, un partigiano. Bisogna stare molto attenti”.

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