Cinema

“Ho odiato mia madre per la sua freddezza, ma sono stata troppo cattiva con lei”: la confessione di Sharon Stone al Taormina Film Festival

Al Taormina Film Festival per un premio alla carriera, l’oramai ex star hollywoodiana, riannoda i fili dei ricordi familiari, personali e professionali in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera

di F. Q.

“Ho odiato mia madre per la sua freddezza, ma sono stata troppo cattiva con lei”. Sharon Stone si racconta. Al Taormina Film Festival per un premio alla carriera, l’oramai ex star hollywoodiana, riannoda i fili dei ricordi familiari, personali e professionali in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera. A partire dal complicato rapporto con la madre, odiata per la sua freddezza e perché la teneva d’occhio di continuo. “Voleva facessi tutto perbene, in caso contrario dovevo ricominciare daccapo”, ha spiegato la 66enne Stone. “Mi insegnò a fare tutto, cucinare, pulire, cucire, rifare i letti e il bucato. Suo padre la picchiava quando aveva solo 5 anni, i servizi sociali la affidarono a un’altra famiglia. La vergogna per la povertà, gli abusi, la mancanza d’amore la fecero sentire indegna. A lungo non mi resi conto di essere stata cattiva con lei, come lei lo era stata con me”.

L’attrice ha ricordato i tempi in cui friggeva patatine da McDonald’s e veniva molestata dal proprietario del ristorante; l’esordio a 20 anni con Woody Allen per Stardust Memories ottenuto andando al provino in pattini: “Ai provini arrivavo sempre seconda. Fino a quando andai a scuola di recitazione dal grande Roy London. Dopo 12 anni arrivò Basic Istinct. Michel Douglas all’inizio non voleva saperne di me, lo capivo, accanto a lui non ero nessuno. Dopo il rifiuto di tante attrici, accettò di provare la parte con me. Ora siamo amici”. E qui riemerge la sequenze dell’accavallarsi della gambe durante l’interrogatorio e l’assenza di slip addosso. “Mi avevano detto di toglierli perché il bianco rifletteva la luce. Poi riflettei. Sapevo che genere di film fosse, avevo lottato per avere la parte. Le donne non avevano voce in capitolo, non c’era il Me Too”, ricorda la Stone con una punta di furbesco orgoglio. “Alla fine diedi il consenso, quella scena era perfetta per film e personaggio. Avevo 32 anni e venivo da film e serie tv di bassa qualità. Era la mia ultima chance. Quello che all’epoca sembrava scandaloso, oggi è ordinario. Anche grazie allo sguardo di donne registe che fanno apparire naturale il sesso sullo schermo, mentre prima dominavano le fantasie di come una donna dovrebbe essere per l’uomo”.

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