Sono i prodotti con le diciture “Presidio medico chirurgico” (PMC) o “prodotto biocida”, seguiti dal nome del principio attivo. I più attivi sono gli spray, seguiti da stick e roll on (più adatti per piccole superfici). Meno efficaci le salviettine, i latti e i gel, più adatti però per i bambini per evitare che lo spray venga inalato o finisca negli occhi. Si scelgono in base a concentrazione e principio attivo.

Concentrazione
Bassa (< 5%): scarsa protezione, meno di un’ora.
Media (5-15%): protegge per 1-3 ore; bene dai 2 anni;
Alta (15-30%): protegge fino a 5 ore; da usare limitatamente dai 3 anni;
Molto alta (> 30%): solo per i paesi tropicali; no per i bambini.

Principi attivi

Deet. Molto valido anche a basse concentrazioni: già al 20% agisce per più di 5 ore, oltre il 30% va bene solo per zone tropicali e a rischio. L’uso richiede molta cautela e non è adatto ai bimbi. Il prodotto “provoca grave irritazione cutanea ed è nocivo per l’ambiente acquatico con effetti a lunga durata”, avverte la rivista.
Icaridina. Protegge fino a 5 ore già a concentrazioni del 10% (ma aumentando le concentrazioni non dura di più). Ritenuta a basso rischio, causa irritazione oculare. Attenzione quindi agli spray, soprattutto per i piccoli (solo dopo i 2 anni e a basse concentrazioni).
Citrodiol (o Eucaplyptus citriodora) e Citrepel (o Cymbopogon winterianus): a partire dal 10% proteggono per poche ore, e non danno grossi risultati neanche a concentrazioni oltre il 20%. Per i bimbi si parte da 2 anni.
IR3535 (o Etil-butilacetilaminopropionato): poco diffuso e inefficace sotto il 10%; a più alte concentrazioni la protezione è media. Adatto ai bimbi sopra i due anni.

INDIETRO

La classifica di Altroconsumo sui migliori anti-zanzare: ecco quali sono i più efficaci e quali quelli da evitare

AVANTI
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Tassiamo chi lucra sulle dipendenze per finanziare le cure

next
Articolo Successivo

“Nel sonno si programma il futuro, anticipando le azioni da fare una volta svegli”: l’incredibile scoperta nel nuovo studio

next