“Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono”, una frase di Kurt Cobain che rappresenta appieno l’anima di un artista che non ha mai fatto sconti a nessuno soprattutto a se stesso. A 30 anni da quel maledetto 5 aprile del 1994, quando il leader dei Nirvana si tolse la vita, la casa editrice Minimum fax – che nasceva proprio nel 1994 da un’idea di Daniele di Gennaro e Marco Cassini – ha pubblicato: Territorial pissings. L’ultima intervista e altre conversazioni di Kurt Cobain. Volume che appartiene a una bellissima collana dedicata alla musica che tra l’altro annovera tra i suoi titoli veri e propri capolavori biografici come le vite di Miles Davis, Lou Reed e tanti altri.
Un libro che ci permette di ascoltare le voci di dentro della leggenda del grunge. In queste pagine che riportano le sue interviste, mai banali, si ricostruisce la vita, le idee e la concezione musicale di un artista che, contro la sua stessa volontà, è diventato la voce di un’intera generazione, la generazione X. E, come ha scritto il sociologo Mark Fisher, Kurt Cobain “nella sua terribile depressione e nella sua rabbia senza oggetto sembrava aver dato voce allo sconforto della generazione che era venuta dopo la storia, ogni cui mossa era stata anticipata, tracciata, comprata e venduta prima ancora che accadesse”.
In questo libro si ritrovano tutte le paure, i demoni e le speranze di un artista che ha fatto di tutto per sfuggire al successo, alle etichette e alla sua mitizzazione. Un artista incapace di gestire la fama improvvisa, troppo sensibile per vivere e che per rimanere fedele al proprio dolore, anche fisico, alleviato dall’eroina, e alla propria arte, ha dribblato di tutto compreso il tempo e se stesso riuscendo a salvarsi nell’unico modo possibile ovvero scegliendo lui dove, come e quando andarsene, togliendosi la vita con un colpo di fucile a soli 27 anni. Un’età che l’ha fatto entrare di fatto nel Club dei 27. Un Club che lo vede in compagnia di altre leggende che ci hanno lasciato alla sua stessa età: Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jean Michel Basquiat, Amy Winehouse.
E il 7 maggio di quest’anno il destino ha voluto che morisse anche Steve Albini chitarrista, ingegnere del suono e produttore di tantissimi gruppi del sound di Seattle tra cui Pixies e Nirvana di cui ha prodotto il terzo e ultimo album in studio, In Utero (Geffen Records). Un libro da leggere per chi vuole sentire la vera voce dei Nirvana, un gruppo che ha cambiato, con solo tre dischi, la storia della musica rock.