Sta per tuffarsi in acqua e ci rimarrà per ventiquattro ore. Come nel 2013, quando, sempre con le bombole, compì questa impresa conquistando il record internazionale di “immersione con semplici attrezzature ricreative”, di cui tuttora è detentore del titolo. Paolo Cappucciati, 68 anni, è tranquillo. “Non vedo l’ora di cominciare – dice a ilfattoquotidiano.it -. È inutile, io sto meglio in acqua che fuori”. Non è difficile da credere. Cappucciati in 40 anni di esperienza come di sommozzatore professionista ha nuotato in tutti i mari del mondo e i suoi polmoni sono stati messi alla prova in quasi 14mila immersioni. “In Brasile, lavorando nella manutenzione di un’elica di una nave sono stato praticamente a mollo per venti ore”, racconta. A distanza di undici anni è pronto a immergersi ancora una volta nelle acque intorno all’Isola di Bergeggi (Savona).

Precisamente rimarrà sott’acqua a cinquanta metri dalla riva di Spotorno, a una profondità di sei metri. Come base si servirà di una biosfera, una cupola di due metri di circonferenza e riempita con duemila litri d’aria, prestatagli dall’azienda Ocean Reef che ne dispone diverse sui fondali della vicina Noli. L’insieme di queste biosfere prende il nome di “Giardino di Nemo” e rappresenta un progetto di orto subacqueo in cui si sperimenta l’agricoltura idroponica. Cappucciati compirà questa impresa al limite degli sforzi umani, fornendo preziose informazioni sia per la medicina che per la natura. L’evento avrà anche una risonanza turistica e tra i suoi promotori vede Il Golfo dell’Isola. Sono settanta le persone che lo assisteranno in questa esperienza: chi a terra e chi in mare. Ogni ora, due sommozzatori si daranno il cambio per fargli visita e controllare che tutto proceda per il meglio. E, nell’arco delle ventiquattro ore, si susseguiranno numerosi interventi medici. Infatti, diversamente dal 2013 e, per la prima volta nella storia, una squadra di dottori si occuperà di verificare la risposta del corpo a una prova così impegnativa.

“Mi misureranno la temperatura, la pressione sanguigna e addirittura mi verrà fatto un prelievo del sangue”, spiega l’atleta. “Verrò sottoposto a dei test sull’apparato cardiorespiratorio, sullo stress ossidativo e sul decadimento delle funzioni cognitive nel corso del tempo”, prosegue. Non c’è nulla che lo spaventi, soltanto qualche preoccupazione per la temperatura dell’acqua. “Nel 2013 il mare aveva una media di 25 gradi. Quest’anno, in Liguria, con un’estate che è partita in ritardo, la media è di 23. Per questo mi sono equipaggiato di una muta spessa per evitare l’ipotermia”. Nel corso della giornata Cappucciati potrà bere e mangiare grazie alla biosfera di Nemo.

“All’interno ci sono delle mensole sulle quali crescono le piantine di fragole e di basilico. Mi alimenterò con integratori ma all’ora di pranzo è previsto addirittura che mi portino un piatto di pasta al pesto, con basilico coltivato in idroponica, ovviamente”, commenta Cappucciati. Ad ogni modo, bere resterà l’aspetto più importante perché “stando per tempi prolungati nell’acqua salata è facile disidratarsi”. E per ingannare il tempo gli organizzatori gli hanno preparato delle parole crociate da fare su pannelli di forex. “Mi hanno detto che sono molto difficili così che possa tenere la mente occupata, ma non penso che ne sentirò il bisogno: intorno a me ho così tante meraviglie da osservare”. L’impresa, infatti, ha anche un obiettivo scientifico.

In questa maratona tra i fondali, Cappucciati rappresenterà un punto di vista insolito e le immagini e le annotazioni che prenderà verranno caricate sull’app iNaturalist a servizio della ricerca.
“Proprio qualche giorno fa, immergendomi tra i fondali dell’isola, mi sono trovato in mezzo ad un centinaio di barracuda, sono creature fantastiche e per nulla minacciose. Qui sanno che nessuno li pesca e sono entrati in confidenza coi subacquei”. Alla ricerca fornirà anche il tracciato dei dati di temperatura e profondità rilevabili grazie al computer allacciato al suo polso. Se mangiare non sembra un problema, più difficile potrebbe essere dormire. “Ma la notte vola”, scherza Cappucciati, “sto valutando se provare ad addormentarmi dentro la biosfera, lasciandomi galleggiare, ma non credo ne avrò voglia. Perché di notte, considerando le luci che avrò a disposizione, attirerò molti organismi marini. Ricordo ancora undici anni fa gli splendidi moscardini che si nascondevano sotto la sabbia facendo emergere soltanto gli occhi”.

L’isola di Bergeggi, per dimensioni, è la seconda Area marina protetta di Italia, tuttavia è tra le più ricche di biodiversità. Infatti, i campionati italiani di safari subacqueo, svolti nel 2023, hanno censito in soli tre giorni ben 114 specie. Un record tra tutte le zone protette. Ad attenderlo sulla spiaggia, nel 2013, c’erano 3mila persone. “Non avrei mai immaginato una tale folla, si sono dati appuntamento solo con il passaparola”. Per questa seconda volta ne sono attese ancora di più, anche perché l’evento potrà essere seguito in diretta dalla Casa del Turismo di Spotorno e, inoltre, sono fissate a calendario diverse iniziative collaterali. Tra queste, spicca un grosso pannello in forex che Cappucciati userà come diario sommerso e sul quale potranno scrivere quanti andranno a trovarlo sott’acqua. Al termine dell’esperienza, il pannello rimarrà esposto al Centro Nautico Vadese a ricordo della giornata. “Il motivo per cui faccio tutto questo è semplice: un amore sconfinato per il mare. Più che la sfida sportiva mi interessa avvicinare la gente a questo prezioso mondo, conscio che farlo conoscere è decisivo per proteggerlo”, conclude.

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