E’ stato portato in carcere Salvatore Langellotto, l’imprenditore pregiudicato di camorra sotto processo per la violenta aggressione all’ambientalista del Wwf Claudio d’Esposito e per stalking al giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo, che ne aveva pubblicato le vicende. Il giudice del Tribunale di Torre Annunziata Maria Camodeca ha disposto l’aggravamento della misura cautelare per le reiterate violazioni di Langellotto alle prescrizioni degli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Sant’Agnello. E’ stato incastrato da un servizio di pattugliamento del 10 luglio scorso: carabinieri in borghese sono entrati senza bussare nel parco residenziale e hanno trovato l’imprenditore di nuovo in cortile, come qualche settimana prima. Stavolta Langellotto ha provato a giustificarsi sostenendo di aver avuto un malore e di attendere l’arrivo dei familiari per essere portato in ospedale, dopo aver tentato di contattare anche la caserma dei carabinieri per avvertirli. Ma i tabulati hanno consentito di stabilire che la telefonata alla caserma era partita soltanto dopo il controllo.
Di qui la decisione del giudice di disporre il carcere, come sollecitato dalla procura di Torre Annunziata – procuratore Nunzio Fragliasso, pm Antonio Barba – già all’esito della prima evasione dai domiciliari, raccontata da ilfattoquotidiano.it. Era avvenuta il 27 maggio. In quell’occasione Langellotto fu sorpreso sotto al palazzo a parlare con due donne estranee al suo nucleo familiare. Alla vista dei carabinieri, entrati nel parco in auto, le donne riuscirono a scappare in motorino senza farsi identificare, mentre l’imprenditore corse nel suo appartamento a cambiarsi gli indumenti. “Aveva altresì un forte affanno, dovuto alla corsa che aveva fatto pochi istanti prima”, hanno scritto i carabinieri nell’informativa. “Dichiarava falsamente di essersi recato nel parco perché la sua macchina non era funzionante”.
La decisione del giudice arriva pochi giorni prima della ripresa del processo, che avverrà lunedì 22 luglio con l’escussione di d’Esposito. Udienza che dovrebbe essere dedicata alla ricostruzione del pestaggio di cui fu vittima nel marzo 2023, come ritorsione alle sue denunce che ne stopparono una speculazione edilizia a Sorrento. La storia fu pubblicata su ilfattoquotidiano.it in un articolo a firma di Iurillo, che a dicembre 2023 tornò su Langellotto descrivendo la benedizione religiosa dei suoi camion, organizzata sul sagrato della Chiesa di Sant’Agnello, a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione a d’Esposito, con modalità che paralizzarono il traffico cittadino. Il parroco don Francesco Saverio Iaccarino acconsentì all’operazione e Langellotto fu intervistato su una testata web rivendicando con orgoglio di essere cattolico e di avere progetti di espansione dei suoi affari in altre regioni. Su questa benedizione la procura ha aperto un’altra inchiesta. Il caso fu ripreso dalle Iene. E da quel momento anche Iurillo finì nel mirino del pregiudicato.