Una delegazione di senatori Pd andrà domenica pomeriggio in visita ispettiva al carcere di Rebibbia dopo che Repubblica ha raccontato la storia di un bimbo di due anni e mezzo “recluso ormai da dieci mesi insieme alla mamma“, una trentenne italiana con una condanna per reati minori. Il piccolo, scrive Alessandra Ziniti, “ha maturato un ritardo nello sviluppo psico-motorio dovuto proprio alle condizioni in cui è costretto a vivere”, con pochi stimoli e senza altri bambini con cui interagire: è in sovrappeso, non corre, porta ancora il pannolino e quasi non parla. Ma ripete due parole: “Apri” e “chiudi“. Quelle che sente dire dalle guardie carcerarie quando esce dal penitenziario per essere accompagnato da una volontaria a un asilo nido esterno alla struttura e quando rientra per tornare dalla madre.

Stando ai dati del Viminale aggiornati a fine giugno (vedi tabella sotto) Giacomo, così lo ribattezza Repubblica anche se non è il suo vero nome, è uno dei 26 bambini “al seguito” di madri carcerate in Italia: solo in Lombardia ce ne sono tre a Bollate e sei a San Vittore, in Piemonte sei a Le Vallette, Lazio tra a Rebibbia. Altri quattro in Campania, ma in uno degli Icam, gli Istituti a custodia attenuata per madri con bambini al seguito.

Il tutto mentre il governo, con il ddl carceri in discussione al Senato, intende eliminare l’obbligo delle misure alternative per donne con figli minori di un anno, per la gioia di Matteo Salvini che ha presentato la decisione come “una misura voluta dalla Lega contro quelle vigliacche borseggiatrici e ladre che, sfruttando lo stato di gravidanza, agiscono impunite e derubano cittadini, lavoratori e turisti, spesso cercando di colpire i più fragili e anziani”. Forza Italia si era già detta contraria e ora Maurizio Gasparri fa sapere che “se c’è una norma che dà la possibilità di far stare le detenute madri con figli entro i 3 anni in case famiglia o in istituti a custodia attenuata siamo pronti a discuterne”.

“Tra le emergenze delle carceri italiane, che vogliono dire suicidi quotidiani, sovraffollamento disumano, trattamenti privi di seri e diffusi percorsi di recupero e reinserimento, situazione difficilissima per gli agenti di polizia penitenziaria, c’è anche la vergogna dei minori in carcere con le madri detenute”, commentano i senatori dem Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli, Anna Rossomando, Walter Verini e Cecilia d’Elia. “Giacomo è uno di questi e la sua storia reclama una soluzione di questa inciviltà, per la quale ci siamo battuti in questi anni e per la quale maggioranza e governo, qualche mese fa, bloccarono alla Camera il cammino di una possibile legge per dire basta ai bambini reclusi, allargare il numero delle case famiglia e gli Istituti a custodia attenuata. Ora riproponiamo di abolire questa situazione di crudele inciviltà, proprio in occasione del voto sugli emendamenti al decreto carcere che inizierà questa settimana in Commissione Giustizia al Senato dove andrà in aula la prossima settimana”. Verini e D’Elia nel pomeriggio si recheranno in visita ispettiva al carcere.

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