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Attentato a Trump: “Il Secret Service negò all’ex presidente risorse federali aggiuntive per la protezione”

Nel corso degli ultimi due anni il Secret Service ha più volte respinto le richieste di ulteriori risorse e personale avanzate dagli agenti schierati in difesa di Donald Trump. Lo riporta il Washington Post che cita fonti secondo cui gli agenti della sicurezza dell’ex presidente, nei due anni prima dell’attentato, avevano fatto richiesta di cecchini, magnetometri e agenti per gli eventi più affollati di Trump. È una vera e propria bufera quella che si è abbattuta sul Secret Service a causa delle falle che hanno portato al tentato assassinio del candidato repubblicano.

Quasi immediatamente dopo il fallito attentato alla vita di Trump, lo scorso fine settimana, il Secret Service ha affrontato accuse da parte dei repubblicani e di anonimi funzionari delle forze dell’ordine sul presunto diniego di aumentare le risorse per mettere in sicurezza i comizi più frequentati. Dopo una prima smentita, nella giornata di sabato l’agenzia ha riconosciuto di aver negato alla sicurezza di Trump le risorse federali aggiuntive richieste. Domenica scorsa, il giorno dopo la sparatoria, Anthony Guglielmi, portavoce del Servizio Segreto, aveva dichiarato: “C’è un’affermazione falsa che un membro del team dell’ex presidente abbia richiesto risorse aggiuntive e che queste siano state respinte”. Lunedì scorso, sulla vicenda si era espresso Alejandro N. Mayorkas, il segretario del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, che supervisiona il Servizio Segreto. L’accusa che fosse stato lui a emettere i dinieghi – aveva detto – era da considerarsi “una dichiarazione infondata e irresponsabile e che è inequivocabilmente falsa“.

In un’intervista alla Cnn, lo speaker della camera Mike Johnson ha accusato la direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle di non essere stata in grado di guidare l’agenzia. Quello che è accaduto a Donald Trump – ha aggiunto – è “inconcepibile”. Domani Cheatle sarà in Congresso per un’audizione sul tentato assassinio dell’ex presidente.