Prima vicepresidente afroamericana della storia, ribattezzata un tempo come “l’Obama donna”, Kamala Harris si prepara ora a infrangere nuovi soffitti di cristallo e coronare il sogno di diventare la prima presidente donna e la prima afroamericana a guidare gli Stati Uniti. Visto l’endorsement di Joe Biden pochi minuti dopo aver comunicato il suo passo indietro, con ogni probabilità sarà intanto la prima candidata afroamericana a correre per la Casa Bianca.

Lei si è subito detta “onorata” di avere l’appoggio del presidente e di volersi “guadagnare e vincere la nomination”. Quindi ha sottolineato: “Mancano 107 giorni alle elezioni. Insieme combatteremo. E insieme vinceremo”. Harris ha quindi aggiunto che “nel corso dell’anno passato ho viaggiato in tutto il Paese, parlando con gli americani della scelta chiara da fare in questa elezione importante” ed “è ciò che continuerò a fare nei giorni e nelle settimane a venire. Farò tutto ciò che è in mio potere per unire il Partito Democratico e unire la nostra nazione, per sconfiggere Donald Trump e il suo estremo Project 2025″. Con lei arriverebbe al 1600 di Pennsylvania Avenue una famiglia rivoluzionaria, contraltare moderno a quella più tradizionale di Biden.

Colta e trascinatrice di folle fino a qualche tempo fa, Harris non ha brillato nei panni di vice, deludendo probabilmente chi si aspettava molto di più da lei. La sua carriera inizia come procuratrice di San Francisco prima e della California poi (Barack Obama la definì goffamente “la più bella procuratrice del Paese”, per poi scusarsi). Nel 2016 Harris ha conquistato un seggio in Senato e subito dichiarato guerra a Donald Trump. Lì il suo prestigio e la sua statura politica si sono rafforzati: i suoi interrogatori all’ex ministro della Giustizia Jeff Sessions sono diventati virali e l’hanno accreditata davanti al pubblico democratico a caccia di volti nuovi per il partito. Da qui la decisione di provare a correre per la Casa Bianca: un tentativo che non ha avuto successo anche se si era imposta come una delle rivali più agguerrite di Biden nel corso delle primarie che poi incoronarono il futuro presidente degli Stati Uniti.

È rimasto negli annali l’aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti, durante il quale Harris rinfacciò al suo futuro capo di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli Anni Settanta. Non contenta, Harris continuò raccontando di conoscere una ragazzina nera che per fortuna ebbe la possibilità di andare in una scuola migliore grazie al servizio di scuolabus istituito per le minoranze che vivevano nei quartieri più disagiati, servizio al quale – ricordò – il senatore Biden si era opposto: “Quella ragazzina ero io”. Collezionista di sneaker Converse, Harris si sveglia di solito alle 6 del mattino e si allena per mezz’ora. Il suo motto è un monito che la madre le rivolgeva quando era ragazzina: “Potrai essere la prima, ma assicurati di non essere l’ultima”. Da allora Harris di tabù ne ha infranti molti, aprendo la strada e diventando un modello per molte donne. Ora, forse, l’occasione della vita.

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