C’è una frase che è stata ripetuta spesso, soprattutto quando l’ombra aberrante della Superlega si stava stagliando sul pallone continentale. “Il calcio è stato e deve continuare a essere uno sport del popolo“, si cantilenava allora. Uno slogan potente ma al tempo stesso assolutamente vuoto. Perché ormai da anni il football ha esaurito la sua carica popolare per diventare uno sport elitario. I prezzi sono schizzati alle stelle. Sia per chi vuole seguire il calcio allo stadio o in televisione. Sia perché chi decide di praticarlo. Un problema che riguarda in particolar modo l’Italia. Roma, infatti, si conferma una delle città più care d’Europa per quanto riguarda le scuole calcio (qui le strutture d’élite della Figc costano quasi 800 euro l’anno). E il confronto con gli altri Paesi europei è impietoso.

Un caso singolare è quello della Spagna. A Malaga, la “capitale” della Costa del Sol dove è nato Picasso, un anno di “escuela de fútbol” con l’U.D. Mortadelo costa meno di 400 euro. A Madrid, invece, l’accademia locale patrocinata dal comune ne costa 450. In più la “ropa”, ossia le tute, le divise da allenamento e da gara, vengono comprate una volta ogni tre anni. A Salamanca non si arriva a 500 euro per una stagione, mentre le “Escuelas Sociodeportivas” del Real Madrid costano fino a 600 euro l’anno. Con un piccolo dettaglio: sono aperte “a qualsiasi bambino voglia approcciarsi al pallone”. È un dato fondamentale, visto che per entrare nella “Academy” del Barcellona bisogna prima superare un provino tecnico. Per chi vuole comunque provare a respirare l’aria blaugrana ci sono sempre i campus. Per 699 euro si possono vivere cinque giorni da stellina del calcio, con tre sessioni di allenamento quotidiane dirette da tecnici certificati del Barcellona. In più si ha diritto all’acqua, alla frutta, alle barrette energetiche, a un pallone Nike, a un kit del Barça e a un certificato di frequenza. Tutto a cifra piuttosto consistente, visto che cinque giorni con l’Athletic Club di Bilbao, con tanto di navetta che porta al campo di allenamento, costano 421 euro.

Sono sogni venduti un tanto al chilo, dove con un bonifico si può avere in cambio l’illusione di far parte di un club storico. In Inghilterra le cose funzionano in maniera diversa. Molte scuole calcio prevedono una specie di “abbonamento”. A Newcastle, ad esempio, si spendono 32 sterline (38 euro) ogni mese (per un totale di 456 euro). A Londra la scuola calcio ispirata al famoso “Joga Bonito” brasiliano costa 47.99 sterline (57 euro al mese, 684 euro in tutto). Manchester costa ancora meno. Per far parte delle Little Stars, una scuola calcio per bambini fino alla prima elementare, si spendono 27 sterline al mese (32 euro). In Francia la situazione è ancora più variegata. Per la scuola calcio di Moussa Sissoko a Marsiglia servono 700 euro l’anno, ma in un centro d’eccellenza di Lione ne bastano 480. E per entrare in una filiale del PSG nel centro di Parigi sono sufficienti 405 euro. Stesso discorso per la Germania. A Dortmund la scuola calcio di Marcel Raducanu, centrocampista romeno ex Borussia, costa fino a un massimo di 660 euro. A Monaco di Baviera, invece, per una stagione nel FC Viktoria München e.V. si spendono 340 euro. Sono tutte esperienze completamente diverse fra loro. Ma tutte meno costose rispetto alle scuole calcio romane.

La nuova frontiera estera, però, sono le accademie. Sono laboratori esclusivi dove si costruisce il talento, luoghi magici dove infondere la tecnica agli studenti. E sempre a caro prezzo. Sotto il sole caldo di Malaga sono fioriti un’infinità di questi centri. E il richiamo all’idea di “Stella del calcio” è onnipresente. Nella “Academia de Tecnificación Fútbolstars” si può fare praticamente di tutto. Ci si può allenare due volte a settimana in gruppo (80 euro al mese) o individualmente (40 euro a sessione), si può svolgere una vera e propria preparazione atletica per “ottenere un rendimento ottimale” (40 euro al mese) oppure chiedere la video analisi delle proprie prestazioni (con prezzi che partono dai 40 euro). Tutto però deve essere svolto con le divise ufficiali dell’accademia. Che costano 50 euro. Il “Malaga Future Club”, invece, si rivolge ai calciatori già formati che volgono cercare di spiccare il volo per gli Stati Uniti. L’idea è di offrire una serie di borse di studio fra i 20 e i 50 mila dollari in un college a stelle e strisce. Per accedere è necessario caricare un curriculum, una lettera motivazionale e un video delle proprie performance.

I migliori talenti della MFC possono così tentare un provino nella MLS, ma anche in alcuni club “convenzionati” come ADO Den Haag, Marsiglia, Hammarby, Fiorentina, Alavés, Southampton e Anderlecht. A Barcellona c’è la Marcet, un’altra scuola che promette di potenziare il talento, di aprire porte. Il corso più ambito dura 4 settimane con tanto di soggiorno in una struttura. Il programma è ricco: allenamenti specifici, sessioni di training con l’uso delle ultime tecnologie, videoanalisi, valutazione dei progressi personale, analisi strutturale. Tutto per 5mila 875 euro. La “residencia”, ossia l’idea di far soggiornare gli “alunni” in una struttura dell’accademia, affiancando un percorso di studi agli allenamenti “professionali”, è molto più di una semplice tendenza. La “Vicente Del Bosque Football Academy” offre un’esperienza di alto livello. I ragazzi vengono alloggiati in camere doppie in una struttura pensata per le loro esigenze. Qui possono allenarsi sotto lo sguardo di alcuni tecnici qualificati che sposano l’idea di calcio di Del Bosque (che da allenatore ha vinto due Champions, una Intercontinentale, un Mondiale e un Europeo), possono giocare partite e competizioni di alto livello e studiare in alcune delle migliori scuole internazionali. Un percorso lungo 8 mesi che costa 19mila 600 euro. Quasi un terzo in più rispetto a un anno di frequenza alla Luiss.

Il Valencia ha elevato a sistema questa tendenza. Il club ha aperto una serie sterminata di academy in tutto il mondo: Montreal, Seattle, Houston, Chicago, New York. E poi ancora in Grecia, Cipro, Seul, Giappone. Ogni anno, in estate, viene organizzata una Coppa del Mondo delle Academy del Valencia, dove i giocatori dell’under 12 possono provare a mettersi in evidenza per continuare il proprio processo di crescita. Un caso particolare è quello della IFX German International Soccer Academy, situata nel “Cuore della Baviera”. Qui i calciatori diciottenni possono studiare il tedesco in maniera intensiva, possono frequentare un master presso la Business School di Norimberga, distrarsi con alcune escursioni preparate appositamente per loro. Ma a rendere unica la loro esperienza ci pensa un altro dato. I partecipanti vengono infatti piazzati in alcuni club amatoriali o semiprofessionistici che giocano regolarmente nella piramide del calcio tedesco. Ma le offerte più particolari arrivano dalla Francia. La “Michel Hidalgo Football Academy” offre un’esperienza unica ai calciatori fra i 14 e i 22 anni. Oltre ad allenamenti specifici e professionali nella splendida cornice di Antibes, nel sud della Francia, i partecipanti hanno la possibilità di studiare online e di frequentare delle università via internet. Il programma dura 40 settimane e costa 26mila 990 euro a persona. Per chi volesse avere una maggiore privacy c’è l’opzione camera singola. Che costa 5mila 400 euro in più, mentre per studiare servono altri 1600 euro, mentre i corsi di francese ne costano quasi 3mila euro. Niente in confronto ai programmi dell’Academy Pro del Psg, che si autodefinisce la “La residency Academy” numero 1 in Europa. Per un programma di 10 mesi che prevede la frequenza delle scuole medie o del liceo servono 69mila 535 euro. Per un semestre alla Webster University, sempre con allenamenti “pro”, ce ne vogliono 76mila 500. Cifre che difficilmente si conciliano con l’idea di un calcio “popolare”.

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