Dopo 26 anni la doppietta riprende forma, assumendo le sembianze dello sloveno. La storia di chi ce l'ha fatta tra successi dominati e grandi battaglie
Da Marco Pantani a Tadej Pogacar. Dopo 26 anni la doppietta Giro-Tour riprende forma, assumendo le sembianze del ciclista sloveno, assoluto dominatore di questo 2024. Un’accoppiata storica, prestigiosa, realizzata soltanto da sette ciclisti prima di lui. Qui li mettiamo in fila, ripercorrendo le loro gesta tra successi dominati e grandi battaglie.
Fausto Coppi: 1949, 1952
“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi”. Inizia con la storica frase di Mario Ferretti il viaggio di Coppi per la prima doppietta Giro-Tour nel ciclismo. La Cuneo-Pinerolo è il giorno della conquista della maglia rosa, che il Campionissimo tiene fino alla fine, con 23’47” su Gino Bartali. Le stesse posizioni chiudono anche la classifica nella Grande Boucle. Stavolta però il distacco di Gino da Fausto è di “solo” 10’55”. Tre anni dopo, Coppi si replica. L’Airone è all’apice della carriera e vince la corsa rosa con 9 minuti su Fiorenzo Magni. In Francia il trionfo è ancora più netto. Stan Ockers, secondo, viene staccato di oltre 28 minuti. L’edizione 1952 del Tour però rimane nella storia non tanto per i distacchi, quanto per essere la cornice della fotografia più famosa del ciclismo. Quella del passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali.
Jacques Anquetil: 1964
Tredici anni dopo la doppietta Giro-Tour riprende forma. È Jacques Anquetil il protagonista. Ha già in tasca quattro Grande Boucle, una Corsa Rosa e una Vuelta de Espana, però gli manca la grande accoppiata. Questa arriva nel 1964, al termine di due corse tiratissime. In Italia Anquetil ha la meglio contro l’esordiente Italo Zilioli, mentre in Francia contro il connazionale Raymond Poulidor. Il primo viene staccato di 1’22”, il secondo di appena 55”.
Eddy Merckx: 1970, 1972, 1974
Solo Eddy Merckx ha fatto la doppietta tre volte. Nel 1970 il belga supera Felice Gimondi al Giro di oltre tre minuti, mentre al Tour dà quasi tredici minuti a Joop Zoetemelk. Due anni dopo il dominio tra Italia e Francia ritorna. La maglia rosa viene conquistata infliggendo cinque minuti e mezzo José Manuel Fuente, la maglia gialla invece staccando di oltre dieci Gimondi. Ben diverso è il Giro d’Italia 1974. Merckx fatica, subisce, ma resiste agli attacchi di Gianbattista Baronchelli e Gimondi, lontani alla fine solo rispettivamente di 12 e 33 secondi. Si rifà due mesi dopo. Al Tour domina senza appello Raymond Poulidor, dandogli oltre 8 minuti. Per Merckx è anche l’ultimo Grande Giro della carriera.
Bernard Hinault: 1982, 1985
Un altro che può fregiarsi di questo riconoscimento è Bernard Hinault. Il francese ci riesce nel 1982 e nel 1985. Nel Giro d’Italia 1982 supera nettamente Tommy Prim e Silvano Contini, mentre al Tour la coppia olandese formata da Joop Zoetemelk e Johan van der Velde. Tre anni dopo la situazione è invece molto diversa. Hinault riesce nuovamente nell’impresa, ma le fatiche sono ben altre. Nella Corsa Rosa il francese tiene faticosamente dietro in classifica Francesco Moser, che chiude a un minuto e otto secondi. Greg LeMond invece lo impensierisce molto durante la Grande Boucle.
Stephen Roche: 1987
È la doppietta più sorprendente. Il 1987 è l’anno dell’irlandese Stephen Roche e del suo “tradimento” al Giro d’Italia. Durante la Lido di Jesolo-Sappada Roche attacca il suo capitano (nonché campione in carica) Roberto Visentini, conquistando la maglia rosa. La rivalità fra i due stravolge i rapporti all’interno della Carrera, con ordini di squadra disattesi, alleanze trasversali nel gruppo e atti deplorevoli compiuti dai tifosi ai danni di Roche. Tutto questo però non modifica la classifica. A vincere il Giro è Roche. Due mesi dopo, al Tour, l’irlandese è protagonista di una lotta serrata contro lo spagnolo Diego Delgado, vinta grazie alla cronometro nella penultima tappa e per appena 40 secondi.
Miguel Indurain: 1992, 1993
L’unico a compiere la doppietta per due anni di fila. Il filotto di Indurain comincia nel 1992 al Giro, dominato fin dalla terza tappa. Claudio Chiappucci, secondo nella generale, accusa oltre 5 minuti di ritardo. La rivalità tra lo spagnolo e l’italiano continua in Francia, e anche questa volta a vincere è Indurain. L’anno seguente il copione non cambia. Al Giro, Indurain ha la meglio su Pëtr Ugrjumov, tenuto dietro per soli 58 secondi. Molto più agevole si dimostra la Grande Boucle. Qui lo spagnolo controlla senza affanni il rivale Tony Rominger, secondo sul podio a 4’58”.
Marco Pantani: 1998
Al Giro è l’uomo più atteso da anni, e alla fine Marco Pantani arriva, scatta, vince. Lo fa superando Pavel Tonkov nella tappa di Plan di Montecampione, e affossando Alex Zülle. Due mesi dopo arriva il Tour de France. Un’edizione avvelenata dai sospetti per il caso doping che coinvolge la Festina. Pantani inizialmente sembra non avere grandi aspettative, ma sul Galibier fa il vuoto a 50 chilometri dall’arrivo in mezzo alla tempesta. Trionfa, indossa la maglia gialla, cancella in un pomeriggio ogni scandalo e ogni avversario. C’è spazio solo per una parola: “Marco”.