Con oltre i suoi 2000 km di coste, il lembo di terra nel cuore del Mediterraneo strizza l’occhio alle eccellenze gastronomiche, al turismo 2.0 (sempre meno “mordi e fuggi) fino alla movida notturna caratterizzata da locali da capogiro e yacht di lusso.
Ponente e Maestrale giocando a nascondino si fondono in un clima magico dove, tra spiagge sabbiose e un entroterra montuoso, caratterizzano la Sardegna come un’isola magica e irresistibile. Con oltre i suoi 2000 km di coste, il lembo di terra nel cuore del Mediterraneo strizza l’occhio alle eccellenze gastronomiche, al turismo 2.0 (sempre meno “mordi e fuggi) fino alla movida notturna caratterizzata da locali da capogiro e yacht di lusso. Un vero e proprio micro-continente che prende vita grazie alla varietà dei vari ecosistemi presenti: montagne, boschi, pianure, corsi d’acqua, coste rocciose e lunghe spiagge sabbiose. Impossibile una volta qui non fare una tappa ai caratteristici “nuraghi” (quasi 7000 sparsi lungo la costa), strutture a forma di tronco di cono uniche del suo genere, espressione della civiltà nuragica sull’isola. E tra un Safari in fuoristrada alla scoperta dei fenicotteri rosa e le numerose strade panoramiche dalla vista paradisiaca, non possiamo non menzionarvi anche il trenino verde della Sardegna. Questo mezzo è un vero e proprio manifesto del viaggio lento, dal momento che la linea ferroviaria di 483 chilometri è la linea a scartamento ridotto più lunga d’Europa.
La vera anima dell’isola però, inutile ricordarlo, vive proprio in Costa Smeralda. Qui dove l’economia prende vita tra shopping sfrenato in boutique, attracco di yacht provenienti da tutto il mondo e movida notturna tra le più influenti in Italia. Non è un caso infatti che i maggiori imprenditori italiani abbiano deciso di investire con le loro attività proprio in questa zona dell’isola. Un esempio? Il Billionaire a Porto Cervo, uno tra i locali più gettonati che vede il suo fondatore Flavio Briatore in prima linea durante la stagione estiva in partenza proprio da qualche giorno. Fiore all’occhiello però, va detto, sono i prodotti tipici sardi. Dal torrone di Tonara, realizzato con il miele sardo dal suo gusto inconfondibile, fino al Pecorino DOP. E ancora la fregola, preparazione a base di semola di grano duro e acqua, il caratteristico pane carasau fino ai culurgiones, varietà di ravioli tipica dell’Ogliastra preparati con una pasta a base di farina e acqua e un ripieno fatto di patate e formaggio acido (casu de fitta). Fregola che, una volta in Sardegna, va provata almeno una volta preparata dallo chef Pasquale D’Ambrosio, noto per il suo approccio creativo alla cucina italiana. Una ricerca degli ingredienti a km0 e fregola preparata rigorosamente a mano dalle signore del paese. Una filiera produttiva che punta a far lavorare le singole eccellenze, spesso sconosciute al grande pubblico, risultato di un tessuto di relazioni e contatti. D’Ambrosio, attualmente a capo del ristorante Capogiro presso il 7Pines Resort Sardinia con una brigata dall’alta quota femminile e di giovani (alcuni appositamente anche senza esperienza iniziale), ha accettato nel 2022 il ruolo di executive chef puntando a sviluppare per l’appunto una cucina sostenibile e rispettosa dell’ambiente che ci circonda.
E in questo resort, come in tutta la costa Smeralda del resto, è proprio la natura ad essere la vera protagonista della vacanza. Con i suoi oltre 13mila ettari di verde, spiagge attrezzate, calette nascoste, piscine caraibiche e 3 punti ristoro il 7Pines, merito delle sue 5 stelle lusso, è il cuore pulsante di un’accoglienza attenta e precisa. Dall’aperitivo al tramonto con deejay set in sottofondo al Cone Club con la selezione di cocktail di Martina Bonci (bar manager under 35 del Giardino 25, caffè e cocktail bar di Gucci a Firenze) fino alla vera e propria Experience della Margherita sbagliata da Franco Pepe. Il pizzaiolo tra i più famosi al mondo ha deciso di puntare proprio sulla Sardegna. Ed è all’interno del 7Pines infatti che ogni giorno il suo locale accoglie centinaia di clienti per provare le sue pizze gourmet. Un paradiso dantesco, perché di questo stiamo parlando, che rigenera anima e cuore. Perché come cantano i Tazenda, uno tra i gruppi etno-pop rock più riconoscile della Sardegna, questa isola libera (in tutti i sensi in quanto regione autonoma) diventa per il viaggiatore “domo mia”. Un senso di appartenenza, per l’appunto: “casa mia”. Del resto, sia con il volo che con il traghetto, tutte le strade (o quasi) portano in Sardegna. Buon relax!