“Vogliono farmi sembrare un estremista” quando invece “ho preso una pallottola per la democrazia”. Donald Trump torna alla campagna elettorale dopo la convention repubblicana che lo ha incoronato candidato e soprattutto dopo l’attentato di Butler, Pennsylvania. “Non avrei dovuto essere qui. Avevo Dio accanto a me”, ripete alle migliaia di sostenitori che lo hanno atteso per ore o per un’intera nottata. Poi tesse le lodi dei governi autoritari di Cina, Russia e Ungheria. Torna ad attaccare l’avversario Joe Biden, sempre più vicino al ritiro. E ribadisce l’intenzione di “sigillare il confine” con il Messico, “fermare l’invasione che sta distruggendo il paese” e “tagliare i costi dell’energia rapidamente”. Il tutto per “fare rinascere il sogno americano”.

Il presidente cinese Xi Jinping mi ha “scritto una bella” lettera dopo l’attentato e lo stesso hanno fatto altri leader mondiali, racconta. Parole dolci anche per Vladimir Putin: entrambi sono leader “intelligenti e tenaci” che “amano il loro Paese”. Xi è “brillante. Controlla 1,4 miliardi di persone con il pugno di ferro“, fatto che agli occhi del tycoon deve apparire molto positivo. Quanto a Viktor Orban, ha ragione nel dire che “dobbiamo avere qualcuno che ci protegga”. Insomma, persone “scaltre”, che “fanno gli interessi dei propri paesi e hanno un quoziente intellettivo di 210”. E contro le quali, sostiene Trump, Biden è impotente in quanto li affronta con lo svantaggio di “un quoziente intellettivo basso, attorno a 70. Non può funzionare mai”.

A introdurre Trump sul palco è stato il senatore dell’Ohio J. D. Vance, il suo vice, all’esordio in un comizio. “L’ho scelto perché è dalla parte dei lavoratori e degli operai. Sarà un fantastico vicepresidente”, ha assicurato Trump prima di lanciarsi in un discorso da oltre 100 minuti. Per coprire la ferita all’orecchio causata da una delle pallottole sparate da Thomas Matthew Crooks non indossa più il grande cerotto bianco che lo ha accompagnato negli ultimi giorni: è stato sostituito da cerotti più piccoli, color carne, quasi invisibili.

Dopo aver definito Biden il presidente “peggiore della storia”, “un incapace”, Trump ne ha avuto anche per la vice Kamala Harris, contro la quale di recente ha alzato i toni prevedendo che possa essere la sostituta dell’attuale candidato dem. “È pazza ma non come Nancy Pelosi”, ha affermato. Poi ha lanciato un sondaggio fra il pubblico chiedendo contro chi sarebbe stato meglio correre per vincere: dalle urla dei suoi fan la preferenza è andata a Biden, considerato più debole e più facile da battere. “A me piacerebbe correre con la vostra governatrice Gretchen Whitmer“, ha osservato l’ex presidente. Whitmer è uno dei nomi, insieme a quelli dei governatori Josh Shapiro e Gavin Newsom, circolati per prendere il posto di Biden qualora il presidente decidesse di ritirarsi. “Non sanno neanche chi è il loro candidato”, ha ironizzato Trump riferendosi alle tensioni nel partito democratico, i cui sviluppi il suo staff segue da vicino. “In questo momento i boss del partito democratico stanno cercando disperatamente di ribaltare il risultato delle loro primarie per escludere il corrotto Joe Biden dalle elezioni. Il partito democratico è nemico della democrazia. Il partito repubblicano è il partito del popolo, dei lavoratori, a prescindere da razza e religione”.

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