L’ex primo ministro britannico Boris Johnson è convinto che il candidato repubblicano alle presidenziali Donald Trump sia l’uomo giusto per porre fine alla guerra russa in Ucraina. I due si sono incontrati a Washington il 16 luglio, durante la Conferenza nazionale repubblicana che ha ufficializzato la nomination di Trump. Per Johnson il Tycoon ha già vinto le elezioni di novembre e lo ha fatto nel momento esatto in cui ha gridato “combattere, combattere, combattere” pochi istanti dopo l’attentato che lo ha ferito all’orecchio lo scorso 13 luglio in Pennsylvania. “Credo che questo spirito indomito sia esattamente ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento, ed esattamente ciò che serve alla Casa Bianca”, ha scritto Johnson tre giorno dopo l’incontro con Trump in un’opinione affidata alle pagine del britannico Daily Mail.

Johnson scrive che Trump, con la sua determinazione, può salvare l’Ucraina e portare la pace, fermando la diffusione del conflitto. Seguono una serie di suggerimenti che tuttavia sembrano distanti dalle posizioni espresse recentemente da Trump, noto per la simpatia verso Vladimir Putin, critico sugli aiuti della Casa Bianca a Kiev e più propenso a dichiarare che lui sarebbe in grado “di porre fine al conflitto in 24 ore“, senza peraltro rivelare con quale esito. Durante il confronto televisivo col presidente in carica e candidato democratico Joe Biden, Trump ha respinto come “inaccettabili” le condizioni di pace di Putin, che rivendica i territori in parte occupati ed esclude l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. E tuttavia, in altre occasioni, i media statunitensi hanno riferito di dichiarazioni in cui il candidato repubblicano ipotizza la cessione a Mosca della Crimea e del Donbas. Non ultimo, un anno fa ha detto pubblicamente che, in caso di vittoria alle presidenziali, non si sarebbe impegnato oltre nel fornire assistenza per la difesa dell’Ucraina.

Precedenti non considerati nello scritto di Johnson, certo che Trump capisca “che una sconfitta per l’Ucraina sarebbe un’enorme sconfitta per l’America” e che potrebbe “porvi fine – alle giuste condizioni per l’Ucraina e l’Occidente”. L’ex premier britannico sostiene che Trump abbia già dimostrato in passato di comprendere l’importanza della libertà e della democrazia, fornendo armi anticarro Javelin agli ucraini, cruciali nella battaglia per Kyiv nel 2022. Afferma che, con lui alla guida, gli Stati Uniti sarebbero in grado di fermare Putin e prevenire ulteriori aggressioni. Secondo Johnson, il primo passo sarebbe rafforzare l’Ucraina, fornendo loro i mezzi necessari per combattere, senza le restrizioni attualmente imposte dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Suggerisce che Trump potrebbe negoziare un grande accordo, convincendo Putin a ritirarsi almeno fino ai confini precedenti all’invasione del 2022 e riconoscendo l’Ucraina come un paese libero e indipendente, parte dell’Ue e della Nato. Inoltre, propone che le forze ucraine, una volta terminata la guerra, potrebbero sostituire parte delle truppe statunitensi in Europa, permettendo a Trump di risparmiare denaro e riportare le forze a casa.

In cambio, la Russia potrebbe ottenere incentivi come la possibilità di affermare che la loro operazione militare è stata un successo e protezioni speciali per i russofoni in Ucraina. Johnson ritiene che con Trump alla Casa Bianca ci sarebbe la prospettiva di un riavvicinamento globale con la Russia, tornando ai giorni in cui la Russia era un partner rispettato del G8 e della Nato. Tuttavia, per ottenere il risultato, almeno inizialmente sarebbe necessaria la forza, dimostrando che i confini internazionali devono essere rispettati e che l’impero sovietico non può essere ricostruito con la forza. Johnson conclude affermando che una vittoria per l’Ucraina, gestita in modo adeguato, potrebbe aprire la strada a un nuovo e migliore rapporto con la Russia, rappresentando una grande vittoria per l’America e il mondo intero. “Non dico che sarà facile. Ci vorrà forza. Ci vorrà determinazione. Ci vorranno nervi d’acciaio. A Butler, in Pennsylvania, Donald Trump ha dimostrato di avere la stoffa per farlo”.

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