Ventidue persone a rischio processo. È questa la conclusione dell’indagine della procura de L’Aquila nel secondo filone sull’alluvione che il 15 settembre 2022 causò 13 morti nell’hinterland di Senigallia, in provincia di Ancona. Il pm Fabio Picuti ha chiesto il rinvio a giudizio per alcuni funzionari e tecnici di Regione Marche, Provincia di Ancona, Consorzio di Bonifica Marche e Comune di Serra dè Conti.

Ai 22 sotto accusa vengono contestati, a vario titolo, i reati di cooperazione in inondazione colposa, cooperazione in omicidio colposo plurimo e lesioni gravi. Addebito, quest’ultimo, contestato a 18 dei ventidue indagati. L’inchiesta – in mano ai magistrati aquilani perché tra i danneggiati c’è stato anche un magistrato del tribunale di Ancona – riguarda presunte omissioni e negligenze negli interventi di manutenzione degli alvei.

Il disastro colposo è contestato per l’esondazione che riguardò oltre 2.500 ettari di terreni in svariati comuni e finì per colpire circa 500 aziende e 2.500 abitazioni private minacciando l’incolumità di circa 8mila persone. L’omicidio colposo plurimo riguarda invece alcuni decessi, compreso quello di Mattia Luconi, soli 8 anni, trascinato via dalla furia del fiume Nevola mentre si trovava in un’automobile con la madre. L’udienza preliminare è stata fissata il 4 dicembre davanti al gup del Tribunale de L’Aquila.

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