Scuola

Ancora stipendi in ritardo per i supplenti della scuola: “A gennaio quanto mi dovevano a settembre”. Il ministero: “Stiamo risolvendo”

Estate difficile per centinaia di supplenti brevi del mondo della scuola che non stanno percependo un solo un centesimo del loro stipendio. Secondo le informazioni raccolte da ilfattoquotidiano.it, i pagamenti dovrebbero scattare a giorni. Ma a questo punto sono ormai due mesi che maestri, professori e collaboratori scolastici attendono quanto gli spetta dopo essere stati chiamati a sostituire il personale di ruolo per qualche mese o settimana. Nonostante abbiano lavorato regolarmente, finora non hanno ricevuto alcun reddito.

Dante Luca Campoli, 37 anni di Latina se la prende con le organizzazioni sindacali: “L’ultimo stipendio l’ho percepito ad aprile. Mi sono rivolto ad un sindacato ma non hanno saputo risolvere il problema. Siamo persone, non numeri. Come credo fortemente nel mio lavoro, ho sempre avuto fiducia nei sindacati ma ora…”. Una situazione che in verità si trascina da anni. I supplenti brevi spesso sono costretti a svolgere le loro lezioni senza la certezza di ricevere lo stipendio. Ogni volta devono attendere invano un’emissione. Sono costretti a chiamare a vuoto le loro scuole, gli uffici territoriali, senza ricevere risposte da chi di dovere.

“Insegno dal 2015 – spiega Monica Vercelli, docente di diritto ed economia a Salerno, abilitata con concorso nel 2000 – e finora ho ricevuto metà dello stipendio del mese di maggio. Mi spetta ancora l’altra metà oltre a quella di giugno. Anziché indire nuovi concorsi sarebbe logico stabilizzare i docenti ed il personale Ata che hanno maturato anni di esperienza, anche al fine di garantire un minimo di continuità didattica agli studenti. Questa ingiustizia dura da anni e nessun Governo è riuscito a rimediare. Da gennaio abbiamo costituito un gruppo su Facebook e segnalato la gravità della situazione a giornali e media con la speranza che si possa risolvere definitivamente la questione”.

Tutte storie simili. “Lavoro da sette anni nella statale – sottolinea Ilenia Bertoni – e da quindici nel mondo dell’istruzione. Sono idonea al concorso. Ho passato due concorsi nel comune di Pesaro e di Riccione ma ovviamente non valgono nulla! L’anno scorso ho percepito gli stipendi di maggio e giugno solo nel mese di ottobre. Quest’anno, a gennaio, ho ricevuto quelli che avrei dovuto prendere a settembre. Ho famiglia, due figli: sono stanca morta di questa condizione”.

A rassicurare i precari, tuttavia, ci pensa il ministero dell’Istruzione. Jacopo Greco, capo dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale, contattato Fatto offre qualche speranza: “In merito alle segnalazioni ricevute sui mancati pagamenti per le supplenze svolte nel mese di maggio, il ministero ha provveduto, in collaborazione con NoiPA, a liquidare la maggior parte delle supplenze del mese di maggio e giugno. In alcuni casi, i ritardi nei pagamenti sono stati causati da variazioni giuridiche relative al numero di assenze, malattie, o altre circostanze che hanno richiesto una ridefinizione del monte giorni da liquidare. Tali variazioni hanno comportato inevitabilmente un allungamento dei tempi necessari per l’elaborazione dei compensi. Ci teniamo a rassicurare che i docenti interessati verranno pagati con la prossima emissione nell’ambito delle risorse disponibili. A questo scopo abbiamo già provveduto a richiedere al ministero dell’Economia e delle Finanze le necessarie variazioni di bilancio per accelerare i pagamenti”.