Tutti a processo per le esalazioni di idrocarburi dalla raffineria Api di Falconara, in provincia di Ancona. I 18 imputati coinvolti nell’inchiesta Oro Nero sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Ancona. L’indagine era stata portata avanti dai carabinieri del Noe, coordinati dalla pm Irene Bilotta della procura di Ancona, dopo una serie di cattivi odori avvertiti a Falconara e dintorni a partire da aprile del 2018. Il tetto galleggiante della cisterna Tk61 si inclinò durante una operazione di bonifica e fuoriuscì una nuvola di gas percepita nell’aria dalla popolazione per giorni interi.

La gup Francesca De Palma ha di mandare a processo l’ex direttore generale dell’Arpam Giancarlo Marchetti, l’amministratore delegato di Api Giancarlo Cogliati e altri dirigenti e tecnici nell’organigramma della raffineria (allora responsabili di settore e capi reparto). Le accuse contestate, a vario titolo, vanno dal disastro ambientale, gestione illecita di rifiuti speciali, lesioni colpose, rivelazione di segreto d’ufficio, istigazione alla corruzione e abuso d’ufficio.

L’inchiesta è stata condotta dagli inquirenti con l’ausilio di numerosi consulenti tecnici e attraverso sopralluoghi, campionamenti analitici, osservazioni dirette, ascolto di testimoni e persone informate sui fatti, consulenze in campo ambientale, acquisizione ed analisi di documenti. Sono state ricostruire le modalità gestionali dello stabilimento caratterizzate – secondo gli inquirenti – da ripetute violazioni sia delle prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi sia della normativa di settore. Sono state scoperte, sempre secondo gli investigatori, carenze strutturali negli impianti, con diffusione incontrollata e prolungata nell’ecosistema di inquinanti pericolosi per l’ambiente e per l’uomo. La raffineria, pur operando sulla scorta dell’Autorizzazione Integrata Ambientale del ministero dell’Ambiente ottenuta nel 2018, avrebbe insomma violato le prescrizioni e i limiti di emissione.

Il processo si aprirà per tutti il prossimo 5 febbraio del prossimo anno. Sono già stati dichiarati prescritti tre dei capi d’imputazione relativi al getto pericoloso di cose per alcune esalazioni del 2018 e per reati di tipo contravvenzionale. “Siamo soddisfatti – hanno commentato gli avvocati Monia Mancini e Francesca Petruzzo in rappresentanza di Onda Verde, Legambiente, Falkatraz e una settantina di cittadini – perché ad aprile 2018 oltre mille persone furono ammorbate dalle esalazioni”. Al termine dell’udienza preliminare nessun commento dai legali di difesa che nel procedimento hanno contestato tutte le accuse e cercheranno di dimostrare l’estraneità degli imputati nel dibattimento.

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