L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della parte orientale di al-Mawasi, un’area nel sud della Striscia di Gaza che aveva designato come zona umanitaria. Nella “safe zone” vivono, secondo le stime di Tel Aviv, almeno 1,8 milioni di sfollati palestinesi. L’area copre un tratto di circa 14 chilometri lungo il Mediterraneo ed è stato chiesto di evacuare “temporaneamente” dalla zona di Khan Yunis verso la costa. L’IdF ha motivato la decisione con il fatto che sta pianificando di iniziare un’operazione contro militanti di Hamas che si sono insediati nella zona e l’hanno usata per lanciare razzi verso Israele.
Il portavoce militare di Israele ha sostenuto che l’area “è diventata pericolosa” in base a precise informazioni di intelligence che indicano che “Hamas ha posto infrastrutture terroristiche nell’area definita come zona umanitaria” con lanci di razzi verso Israele dalla città. L’Idf, ha aggiunto, opererà contro queste “minacce“. Secondo le Nazioni Unite e i gruppi umanitari, gran parte della zona umanitaria è ora ricoperta da tendopoli che non dispongono di servizi igienici e medici e hanno un accesso limitato agli aiuti. Le famiglie vivono in mezzo a montagne di rifiuti e a corsi d’acqua contaminati dalle acque reflue.
L’annuncio è arrivato mentre il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, era in partenza per gli Stati Uniti. Per mercoledì è in programma un discorso al Congresso in cui dovrebbe spiegare le ragioni della guerra contro Hamas. L’Egitto, il Qatar e gli Stati Uniti continuano a spingere Israele e Hamas verso un accordo di cessate il fuoco graduale. “In questo periodo di guerra e incertezza, è importante che i nemici di Israele sappiano che America e Israele sono uniti, oggi, domani e sempre”, ha detto Netanyahu alla vigilia del suo viaggio negli Usa, dopo la rinuncia del presidente Joe Biden alla candidatura democratica alle presidenziali statunitensi. Netanyahu ha aggiunto: “Ho intenzione di vedere il presidente Biden, che conosco da oltre quarant’anni. Sarà un’opportunità per ringraziarlo“. Il primo ministro israeliano ha inoltre sottolineato che “questa sarà anche un’opportunità per discutere su come portare avanti nei mesi critici a venire gli obiettivi che sono importanti per entrambi Paesi: ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi, sconfiggere Hamas, affrontare l’asse terroristico dell’Iran e garantire che tutti i cittadini di Israele possano tornare sani e salvi alle loro case nel nord e nel sud”, ha detto Netanyahu.
Infatti, l’esercito israeliano è convinto che diventerà sempre più una guerra multi fronti. Lo scontro con gli Houthi, alleati dell’Iran, si è infiammato. La convinzione dei vertici militari israeliani è che gli Houthi continueranno ad avere un ruolo attivo nella guerra, oramai passata da Hamas a Gaza agli Hezbollah libanesi, alle milizie pro Hamas di Iraq e Siria. Questa mattina, l’Idf ha intercettato numerosi razzi nel nord di Israele: “Tra le 7.40 e le 7.42 le sirene hanno risuonato in quattro località nel nord di Israele: Majdal Shams, Shèar Yashuv, Mas’ade e Nimrod”.
I razzi intercettati sarebbero riusciti ad attraversare il Libano e ad arrivare nella zona delle alture del Golan. Non sono stati segnalati feriti. Le sirene sono risuonate nelle comunità del nord a causa del potenziale pericolo di caduta di schegge.