Fuori Fabrizio Curcio e dentro Fabio Ciciliano. Con una mossa inattesa il governo ha cambiato il capo della Protezione civile. La novità è stata comunicata in Cdm dal ministro Nello Musumeci che ha svolto un’informativa a riguardo. La nomina sarà disposta con un decreto del presidente del Consiglio. Al posto di Curcio arriva così l’attuale commissario straordinario per la riqualificazione di Caivano, Fabio Ciciliano. Napoletano 52enne, proveniente dai ranghi della Polizia di Stato, il suo nome è nelle grazie della premier Giorgia Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Una scelta che ha provocato le critiche del Partito democratico: per la capogruppo alla Camera, Chiara Braga, si tratta di un cambio “immotivato” che dimostra come il governo Meloni continui “a perseguire logiche di appartenenza per istituzioni che richiederebbero solo preparazione e competenze”.

Ciciliano proviene dalle fila della Polizia di Stato con la qualifica di dirigente medico ed esperto di Medicina delle catastrofi. Conseguita la maturità scientifica nel capoluogo campano, nel 1997 si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Federico II. Tra il 2008 e il 2010 ha studiato Scienze delle Pubbliche amministrazioni all’Università di Catania. Il primo incarico dirigenziale risale al 2004, quando viene nominato dirigente sanitario di primo livello all’Asl Napoli 2, occupandosi di medicina d’urgenza presso l’ospedale Rizzoli di Ischia. Lavora quindi all’emergenza immigrazione, trovando occupazione nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) di Roma. Nel 2011 Palazzo Chigi lo nomina commissario per l’emergenza immigrazione dal Nord Africa. Ciciliano è stato poi segretario del Comitato tecnico-scientifico, guidato da Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, incaricato di gestire vari aspetti legati alla pandemia di Covid-19 in Italia. A settembre del 2023, invece, è stato nominato dal governo Meloni commissario alla riqualificazione di Caivano, con il compito di gestire i 30 milioni stanziati per gli interventi di riqualificazione e sviluppo di aree e situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile.

Finisce così la seconda parentesi di Curcio, 57 anni, al vertice della Protezione civile. La prima volta, nell’agosto del 2017, era stato lui stesso a dimettersi dopo due anni per motivi “strettamente personali” che gli impedivano l’impegno h24 richiesto dal ruolo. Superate le difficoltà, nel febbraio 2021 era tornato sulla poltrona numero 1 del Dipartimento, con Mario Draghi presidente del Consiglio, in piena pandemia Covid. È rimasto al suo posto fino ad oggi. Il governo Meloni aveva depotenziato il suo incarico istituendo il ministero della Protezione civile, affidato a Musumeci. Curcio è un funzionario dello Stato dalla vasta esperienza: prima nei Vigili del fuoco e poi al Dipartimento, dove ha gestito tutte le emergenze, dai terremoti alle alluvioni, nonché i grandi eventi come il Giubileo del 2000 ed il vertice Nato-Russia del 2003 a Pratica di mare ai tempi di Guido Bertolaso.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Ravetto sbotta con Manconi e Zan su La7: “Salvini porta sfiga? Fate le anime belle ma siete odiatori di professione. Divertitevi”

next