Il Tar di Trento ha accolto le istanze presentate dagli animalisti contro la seconda ordinanza di abbattimento dell’orsa Kj1, firmata sabato dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. “Si accoglie in via interinale l’istanza cautelare proposta dalla parte ricorrente negli stretti limiti di quanto specificato in motivazione e, per l’effetto, dispone la sospensione del provvedimento impugnato nella parte in cui ordina l’abbattimento dell’esemplare KJ1, salva l’adozione delle misure alternative all’abbattimento e di tutte le altre misure destinate ad assicurare la tutela della pubblica incolumità, come indicate in motivazione, da assumere da parte dell’autorità preposta”, hanno scritto i giudici sospendendo la possibilità di uccidere il plantigrado.

Questa è la seconda ordinanza bloccata dal Tar dopo l’aggressione da parte dell’orsa di un turista francese di 43anni. Rispetto al primo, questo provvedimento presenta in allegato anche i risultati dei test biologici basati sui campioni raccolti a Dro. Nonostante ciò, la presidente del Tar, Alessandra Farina, ha accolto le rimostranze degli animalisti: “Resta in ogni caso demandata nelle more all’autorità provinciale l’adozione delle misure più adeguate al fine di assicurare – escluso il censurato abbattimento, in quanto, come già rilevato, soluzione irreversibile – l’eventuale captivazione dell’esemplare identificato come KJ1 ovvero la predisposizione di tutte le cautele per assicurare il costante monitoraggio del territorio e le puntuali segnalazioni alla popolazione che frequenta le zone interessate del pericolo esistente e dei comportamenti da seguire, non ultima l’interdizione all’accesso in determinate aree”, ha specificato.

Per Gian Marco Prampolini, presidente Leal – che ha presentato ricorso assieme a ENPA, LAV, LEIDAA e OIPA – è “importante tutelare anche solo passo passo la vita di una mamma orsa che non ha mai causato problemi in precedenza e salvaguardare i suoi piccoli da predatori e bracconieri”. La Leal, ha aggiunto Prampolini, sente “la piena responsabilità di non lasciare nessun animale vittima di decisioni scellerate della Provincia”. Per la prima volta – lo ha scritto ENPA in una nota – “il Tar di Trento per la prima volta ha dato ragione a Enpa sulla necessità di chiudere le aree dove è noto che si muovano le orse con i loro cuccioli, così come accade in altri Paesi”. Ma la battaglia prosegue: “temiamo che KJ1 possa subire la stessa sorte di F36 e MJ5, uccisi dai bracconieri dopo essere stati condannati a morte da Fugatti. Per questo abbiamo diffidato la PAT a garantire l’incolumità dell’orsa di Dro e di tutti gli altri plantigradi del Trentino. Il rischio che i bracconieri tornino a colpire c’è ed è molto concreto“, ha concluso ENPA.

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