Giustizia & Impunità

“Tangenti in cambio di concessioni edilizie in Brianza”: seconda tranche dell’inchiesta in cui era coinvolto pure l’ex geometra di Berlusconi

Nuovo arresto per Antonio Colombo, ex responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Usmate Velate, in provincia di Monza e Brianza, e per l’imprenditore edile Alberto Riva. Ai due è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare, con l’accusa di corruzione nell’ambito di un abuso edilizio per la costruzione di tre palazzine da 25 appartamenti in totale, nella cittadina brianzola.

Si tratta della seconda tranche di un’operazione della Guardia di Finanza, che lo scorso aprile ha portato all’arresto di nove persone, tra cui lo stesso Colombo (già in carcere), Riva (ai domiciliari) e Francesco Calogero Magnano, conosciuto per essere stato il geometra di fiducia di Silvio Berlusconi, finito a sua volta agli arresti casalinghi. Le persone sotto inchiesta sono accusate a vario titolo di corruzione ed emissione di fatture false, in ambito edilizio ed urbanistico.

A seguito dell’ordinanza firmata dal Gip di Monza, Colombo resta in carcere, mentre per Riva si tratta di un inasprimento della misura cautelare ai domiciliari. Secondo le indagini, sull’area sono state svolte opere di lottizzazione abusiva a scopo edilizio, con la complicità dell’allora responsabile comunale che avrebbe garantito una concessione a costruire illecita, a dispetto del piano di governo del territorio, in assenza di piani attuativi e di lottizzazione. In cambio Riva avrebbe promesso a Colombo circa 20mila euro. L’intera area è stata posta sotto sequestro, così come il capitale societario dell’imprenditore, conti e immobili, per un valore di 12 milioni e 500 mila euro.

Nel filone principale, invece, gli investigatori accusano il funzionario comunale di aver inserito nella variante del nuovo Piano di governo del territorio di Usmate una modifica per trasformare aree da agricole a edificabili, aumentando così il loro valore. Dal 2022 Colombo è accusato di aver percepito circa 200mila euro di tangenti in più tranche: per pagarlo gli imprenditori indagati utilizzavano una società che era stata, di fatto, creata ad hoc, verso la quale emettevano fatture per operazioni inesistenti. Secondo gli investigatori delle Fiamme gialle Colombo intascava “le stecche” attraverso la Berfin srl, società ufficialmente gestita dalla sua compagna e dal cognato. Uno schema che si sarebbe ripetuto più volte a seconda dell’imprenditore coinvolto.