Celle anguste, afose e infestate dalle cimici, senza luce o acqua corrente. Infiltrazioni e muffa sui muri, niente docce e finestre schermate con il plexiglass. Con un tasso di affollamento reale di oltre il 130%: 14mila persone in più. Il dossier presentato a Roma questa mattina, 23 luglio, dall’Associazione Antigone dipinge un sistema penitenziario al collasso. In Italia, al 30 giugno, erano presenti nelle carceri 61.480 detenuti, in 51.234 posti detentivi regolamentari. Sono 10.246 in più, a cui vanno aggiunti gli altri 4.123 posti non disponibili. Una situazione drammatica che, per l’Associazione, andrà a peggiorare con il nuovo pacchetto sicurezza in discussione: “È alle porte una nuova ondata di affollamento carcerario. Si puniscono disobbedienza e resistenza passiva. Verrebbe arrestato anche Gandhi”. E il tasso di suicidi continua a crescere: “Se il ritmo dovesse continuare di questo passo – viene evidenziato – a fine anno rischieremo di superare il tragico record del 2022 che, con 85 casi, è passato alla storia come l’anno con più suicidi di sempre”.
I numeri del dossier – In 56 istituti il tasso di affollamento è superiore al 150% e sono ben otto quelli in cui è superiore al 190%. Si tratta di Milano San Vittore maschile (227,3%), Brescia Canton Monbello (207,1%), Foggia (199,7%), Taranto (194,4%), Potenza (192,3%), Busto Arsizio (192,1%), Como (191,6%) e Milano San Vittore femminile (190,7%). Mentre sono solo 38 gli istituti non sovraffollati. Al 30 giugno – emerge dal rapporto – erano presenti nelle nostre carceri 61.480 detenuti in 51.234 posti detentivi regolamentari. Le donne erano 2.682, il 4,4% dei presenti, mentre gli stranieri 19.213, il 31,3%. Il tasso di affollamento ufficiale medio del 120% – viene sottolineato dall’associazione – ma non tiene conto dei posti non disponibili che, al 17 giugno, erano in totale 4.123 e “di conseguenza il tasso di affollamento reale del nostro sistema penitenziario è ormai del 130,6%“.
Condizioni igienico-sanitarie invivibili – Carceri senz’acqua, senza refrigerazione, senza luce o infestate da cimici. L’Osservatorio di Antigone ha effettuato 88 visite negli ultimi 12 mesi. Nel carcere di Avellino, al momento della visita, l’acqua corrente non era disponibile dalle 22 alle 6 del mattino – viene sottolineato nel report -. Le celle presentavano infiltrazioni e muffa, oltre a non essere dotate di doccia. Presso la sezione femminile, le finestre erano corredate da schermature in plexiglass, impedendo così il passaggio d’aria (anche in giornate come quella in cui si è svolta la visita in cui il termometro segnava 41 gradi). La presenza di scarafaggi e di cimici da letto – si legge nel report – è stata rilevata rispettivamente nelle case circondariali di Bologna e di Pavia. In particolare, presso la sezione di isolamento e l’area psichiatrica di quest’ultimo istituto, gli Osservatori di Antigone hanno constatato condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, aggravate dal caldo e dal sovraffollamento. Mentre nella settima sezione dell’istituto di Regina Coeli a Roma – viene sottolineato – le celle sono piccolissime ed ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello; il wc ed il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. In quasi tre carceri su dieci le celle non assicurano i 3 metri quadrati a persona. Dalle 88 visite svolte dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi – viene evidenziato – risulta che nel 27,3% degli istituti visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3metri quadrati a testa di spazio calpestabile. Antigone rende noto che sono circa 10 mila ricorsi nel 2023 per condizioni di vita degradanti. Più della metà accolti.
Negli istituti minorili non va meglio – In aumento anche il numero presenze in istituti minorili. Sono stati 586 gli ingressi nei 17 istituti penali per Minorenni d’Italia nei primi mesi del 2024 (fino al 15 giugno). Nel corso del 2023 erano stati 1.142, il numero più alto degli ultimi anni. A metà giugno 2024 erano 555 – per 514 posti ufficiali – i giovani ristretti (di cui 25 ragazze). “Le presenze sarebbero ancora maggiori – viene evidenziato – se non fosse per la pratica, resa più facile dal Decreto Caivano, di trasferire nelle carceri per adulti chi ha compiuto la maggiore età pur avendo commesso il reato da minorenne, interrompendo così la relazione educativa”.
Sempre più suicidi – Sono 58 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno, nove solo nel mese di luglio. “Se il ritmo dovesse continuare di questo passo – viene evidenziato – a fine anno rischieremo di superare il tragico record del 2022 che, con 85 casi, è passato alla storia come l’anno con più suicidi di sempre”. “Allarmante – viene sottolineato – è il dato relativo alla durata della permanenza in carcere: 27 persone si sono tolte la vita nei primi sei mesi di detenzione. Di queste, 8 erano in carcere solo da una manciata di giorni. Oltre a chi era da poco in carcere, diversi sono stati i suicidi di persone che si trovavano invece in procinto di lasciarlo. Se ne contano almeno 11 con una pena residua breve o prossime a richiedere una misura alternativa. Ad alcune di loro mancavano solo pochi mesi per rientrare in società”.
“Atteggiamento securitario del Governo peggiora la situazione” – “Il sovraffollamento non è una calamità naturale. Di fronte ad eventi di cronaca, sempre catalogati come emergenze, l’attuale governo ha adottato una risposta di stampo securitario e repressivo con l’emanazione di decreti legge o proposte di legge che cercherebbero di risolvere l’insicurezza sociale percepita con l’introduzione di molte nuove fattispecie di reato e l’incremento del ricorso alla custodia cautelare”, sottolinea l’associazione. “Sono misure, alcune simboliche altre di grande impatto repressivo, che colpiscono prevalentemente le fasce di popolazione più vulnerabili (minori, tossicodipendenti, appartenenti a minoranze etniche) – viene aggiunto – aggravando peraltro il tasso di sovraffollamento carcerario e le condizioni di vita detentive, già al di sotto di standard adeguati”. Per l’associazione c’è “alle porte una nuova ondata di affollamento carcerario qualora passasse il nuovo pacchetto sicurezza in discussione. Si puniscono disobbedienza e resistenza passiva. Verrebbe arrestato anche Gandhi”.
Le proposte dell’Associazione – Dal ritiro del pacchetto sicurezza in via di approvazione a celle con ventilatori e condizionatori. Sono quindici le proposte dell’associazione Antigone per “tornare a un carcere costituzionale”. Tra le proposte dell’associazione: approvare misure che consentano telefonate quotidiane, dotare tutte le celle di tutti gli istituti di ventilatori o aria condizionata e frigoriferi, assumere 1000 giovani mediatori culturali e 1000 giovani educatori e assistenti sociali, moltiplicare la presenza di psichiatri, etno-psichiatri e medici, chiudere le sezioni di isolamento e formare nuclei di poliziotti ed educatori e medici capaci di gestire collegialmente i casi difficili in modo da evitare che degenerino. Al primo punto c’è il ritiro del pacchetto sicurezza (in via di approvazione) che “introduce nuove fattispecie di reato tra cui quello di rivolta penitenziaria (che sanziona fino a 8 anni anche tre persone che con resistenza passiva e non violenta disobbediscono a un ordine dell’autorità) e che vuole far scontare in carcere la pena alle donne in stato di gravidanza o con un bimbo di età inferiore a un anno” sottolinea l’associazione.
Le dichiarazioni del presidente Patrizio Gonnella – “Siamo all’esplosione del sovraffollamento che richiede misure urgenti per restituire dignità al sistema penitenziarie italiano. Manca lo spazio vitale, manca la refrigerazione, la luce naturale in molte celle. Le condizioni di vita sono drammatiche e la situazione diventa esplosiva”. Così, il presidente dell’associazione Antigone, in occasione della presentazione del report. “Il pacchetto sicurezza è una inversione di tipo autoritario sul sistema penitenziario italiano introducendo il delitto di resistenza passiva, non chiamatela rivolta – aggiunge Gonnella -. E ci sono tante altre norme tremende che determineranno un’ulteriore ondata di affollamento”.