Le forze di opposizione abbandonano la Commissione Giustizia del Senato, dove è in esame il decreto carceri: “Non ce la sentiamo di continuare a partecipare a questo simulacro di discussione e di condividere la responsabilità morale dell’inazione rispetto alla situazione drammatica delle nostre carceri dovuta a una ottusa e cinica chiusura da parte di governo e maggioranza”, dichiarano i capigruppo nella commissione Giustizia del Senato di Pd, Avs, M5s e Iv, Bazoli, Cucchi, Lopreiato e Scalfarotto. Al provvedimento, oltre ai 225 emendamenti presentati nei giorni scorsi dal centrosinistra, sono arrivate altre 10 proposte di modifica da parte del governo e 4 dai relatori, che sono la presidente della Commissione, Giulia Bongiorno e il senatore di FI Sergio Rastrelli. Una situazione che ha portato l’opposizione alla scelta estrema di lasciare l’Aula: “Il governo non solo ha presentato insieme ai relatori altri 14 emendamenti senza darci il tempo di esaminarli“, ma anche perché “ha dato parere negativo ad ogni nostra proposta di modifica” facendo venir meno “ogni volontà di vero confronto“.
Con l’abbandono dei lavori della Commissione Giustizia da parte dei senatori delle opposizioni, tutti i loro emendamenti presentati al decreto carceri sono stati considerati decaduti, mentre sono passati i 14 del governo. I 6 rimasti di Forza Italia a prima firma del capogruppo in Commissione Pierantonio Zanettin sono stati accantonati. La Commissione tornerà a riunirsi domani alle 9.30. “Come forze di opposizione abbiamo deciso di abbandonare i lavori della Commissione Giustizia di fronte ad un incredibile atteggiamento di relatori e governo che hanno rifiutato di prendere in considerazione tutti gli emendamenti presentati a un decreto vuoto, che non affronta in alcun modo la drammatica emergenza delle carceri, il dramma dei suicidi quotidiani, l’intollerabile sovraffollamento, anche degli istituti minorili, la situazione dei bambini in carcere”, scrivono nella nota i capigruppo delle forze di opposizione. Che aggiungono: “Avevamo auspicato e offerto un confronto vero. Avevamo presentato proposte emendative che nascevano dalla realtà delle carceri, dalle audizioni con i garanti, dai magistrati di sorveglianza, dalla stessa polizia penitenziaria, dagli esperti che vivono ogni giorno la realtà di un sistema spesso disumano, lontano dall’articolo 27 della Costituzione“.
“Ieri, alle 20,50 – racconta Ada Lopreiato del M5S – abbiamo visto arrivare degli emendamenti del Governo e fino a questa mattina è arrivato un ulteriore emendamento del Governo sul quale abbiamo pochissimo tempo per lavorare”. Governo e relatori, insomma, è anche l’accusa di Alfredo Bazoli (Pd), “praticamente riscrivono il decreto e non ci danno tempo per leggere le norme”. Non solo. Il presidente dei senatori FI Maurizio Gasparri annuncia: “È molto probabile che, anche su questo decreto, il governo chiederà il voto di fiducia“. Il senatore di FI, intanto, incassa un risultato personale visto che la sua battaglia di far scontare la pena nelle comunità terapeutiche, anziché in carcere, ai detenuti tossicodipendenti, da ordine del giorno è stata trasformata dal governo in emendamento.